Si punta a chiudere lunedì. Spunta Isabella Rauti alla Difesa. Mollicone alla Cultura. Valentini verso il Mise. Parallelamente si procede per le commissioni parlamentari. Si parla di Tremonti al Bilancio alla Camera, Pera e Bongiorno ad Affari Costituzionali e Giustizia al Senato
«Giorgia vuole più donne». La notizia, ieri, è passata di bocca in bocca tra tutti i compilatori della lista finale della squadra di sottogoverno, scompigliando equilibri trovati con grande fatica.
E così si è ricominciato. Incrociando richieste e compensazioni. E come tali sono considerate anche le presidenze delle commissioni parlamentari. Con un ostacolo in più: il braccio di ferro tra Lega e FI sul modo di calcolare la propria quota: la Lega pensa di aver diritto a un pezzetto di nomine in più visto che ha più deputati di Forza Italia.
E così in attesa che Meloni, forse lunedì, faccia suonare il gong, spuntano sorprese e conferme. Come la new entry Isabella Rauti, appena nominata capogruppo al Senato, che potrebbe diventare sottosegretaria alla Difesa. O la delega di Alessio Butti all’Innovazione tecnologica. Mentre alla commissione Bilancio, o Finanze, della Camera potrebbe andare Giulio Tremonti; alla Affari costituzionali del Senato Marcello Pera e alla Giustizia, sempre al Senato, Giulia B0ngiorno. Sembra sfumare per Valentino Valentini la nomina a viceministro degli Esteri, chiesta da Silvio Berlusconi. Dubbi di opportunità anche per la Difesa. Approderà al Mise. FdI dovrebbe avere, oltre alla delega ai Servizi per Alfredo Mantovano e al sottosegretario ai Rapporti col Parlamento Giovanbattista Fazzolari, Paola Frassinetti all’Istruzione, Marcello Gemmato alla Salute, Galeazzo Bignami al Mise e alla Cultura Federico Mollicone.
Tra le sotto-liste più colpite dal «lodo Meloni» quella di Forza Italia. Troppi gli uomini: Maurizio Casasco al Mef, Alberto Barachini con la delega all’Editoria, Andrea Mandelli alla Salute, Matteo Perego alla Difesa. E, alle Infrastrutture, il coordinatore azzurro della Calabria, fidatissimo di Licia Ronzulli, Giuseppe Mangialavori, accusato da un pentito di legami con il clan Anello Filadelfia.
Anche Matilde Siracusano, destinata al ministero del Mare, in FI suscita polemiche perché considerata in quota Roberto Occhiuto, governatore della Calabria (con cui, a settembre, ha avuto un bebè). Quindi, benché messinese, non placa le proteste della componente siciliana, granaio di voti, che si ritiene surclassata da quella calabrese. Confermata Deborah Bergamini come sottosegretario ai Rapporti col Parlamento. Al ministero dell’Interno FdI vuole viceministro Wanda Ferro, la Lega Nicola Molteni e FI Paolo Barelli. Agli Esteri, come viceministro di Antonio Tajani andrà Edmondo Cirielli (FdI). L’azzurro Francesco Paolo Sisto aspira con Andrea Del Mastro (FdI) al posto di viceministro della Giustizia. La Lega vorrebbe aggiungere Andrea Ostellari o Jacopo Morrone.
Matteo Salvini, da parte sua, vuole come vice alle Infrastrutture Edoardo Rixi. Al Lavoro chiede Claudio Durigon, alla Cultura Lucia Bergonzoni. In ballo anche Bitonci, Centemero e Morelli. Al Mef Federico Freni. E chiede la delega al Cipe. Giuseppina Castiello (Sud), Vannia Gava (Ambiente e sicurezza energetica) e Rossano Sasso (Istruzione). Circola anche il nome di Pasquale Pepe. Rissa, infine, per l’unica poltrona di centro. A combattere con il favorito, l’ex sottosegretario Andrea Costa, Giorgio Silli, Renzo Tondo e Michaela Biancofiore.
[Fonte: www.corriere.it]