Percorso:

Seduta N.57 straordinaria di Martedì 12 Giugno 2012 per discutere di raccolta e gestione dei rifiuti nel Lazio

La seduta inizia alle ore 13,08

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ABBRUZZESE

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Dibattito sulla raccolta e gestione dei rifiuti nel Lazio

PRESIDENTE. Il tema dell’odierna seduta consiliare riguarda la raccolta e la gestione dei rifiuti nel Lazio.

La situazione venutasi a creare dopo l’annuncio della individuazione del sito della discarica di rifiuti alternativa a Malagrotta in località Piano dell’Olmo ha destato forte preoccupazione  tanto che nel corso della Conferenza  dei Presidenti del 7 giugno i gruppi consiliari e la Giunta regionale hanno unanimemente espresso la volontà  di affrontare la questione in una seduta consiliare.

Intendo sottolineare l’unanimità della decisione di tenere questo dibattito e precisare che le osservazioni fatte da alcuni consiglieri hanno riguardato esclusivamente il metodo di approccio alla discussione. Sostanzialmente è stato ritenuto necessario, prima di discutere in Aula, acquisire la notizia che il Commissario straordinario, Goffredo Sottile e gli altri soggetti convocati, avrebbero fornito nel corso della audizione dell’8 giugno.

Prima di aprire il dibattito, intendo ringraziare il Presidente Carlino per il tempestivo contributo al dibattito che ci apprestiamo a fare.

Dichiaro aperta la discussione facendo presente che il tempo a disposizione per ciascun consigliere è di cinque minuti, per i capigruppo è il doppio, di dieci minuti.

I consiglieri che intendono possono iscriversi.

(…omissis…)

Dibattito

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Di Paolantonio. Ne ha facoltà.

Ripeto, cinque minuti a consigliere e dieci per i capigruppo.

(…omissis…)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

D’AMBROSIO

(ore 16,04)

(…omissis…)

PRESIDENTE. Grazie, collega Di Stefano.

Ha chiesto di parlare la consigliera Rauti. Ne ha facoltà.

RAUTI (Pdl). Grazie, Presidente.

Io sono tra coloro che la settimana scorsa hanno chiesto una seduta straordinaria del Consiglio su questa questione, su questa materia e credo che fosse giusto ed oggi, più di sette giorni fa, sono convinta che sia stato giusto dedicare una seduta straordinaria alla questione, all’emergenza dei rifiuti e lo dimostra il fatto che da questo dibattito sono emersi elementi importanti, sono emersi anche elementi comuni al di là, per fortuna, dello schieramento politico. Purtroppo non sono mancate, ma questo appartiene alla vita dell’Aula, polemiche che secondo me non aiutano ad analizzare la situazione, perché non credo che sia più importante oggi e qui distribuire le colpe quanto trovare delle soluzioni comuni come comune è l’emergenza, come comune, “comune” va di pari passo con il concetto di comunità, è la questione perché i rifiuti riguardano tutti. E penso anche che se ci guardiamo indietro, ed è stato detto da più parti, c’è una storia che risale e ci riporta agli anni Novanta ed è una storia di omissioni, di rinvii, di rimpalli. Quello che noi non dobbiamo fare oggi in quest’Aula è quello di – permettetemi il gioco di parole – scaricare le responsabilità, quanto piuttosto quello di differenziare i compiti e ognuno assumere la sua  responsabilità e svolgere il suo compito.

Vedete, io penso che c’è un elemento comune a tutte le nostre discussioni ed ai nostri interventi e secondo me è l’elemento comune che noi dobbiamo prendere in mano e ripartire da questo.

Intanto siamo consapevoli che c’è una situazione di emergenza e di ritardo, come siamo consapevoli che la discarica di Malagrotta è stata aperta nel 1985, che c’è un piano regionale del 2002, che non si è fatto un piano regionale nel 2008, nonostante l’intervento, la messa in mora da parte dell’Europa del nostro Paese, e poi c’è il piano più recente. Allora io dico, se noi  mettiamo insieme gli interventi fatti da parte di tutti soltanto nella loro dimensione propositiva, e io ho provato a farlo come si fa la lista della spesa, ci sono posizioni comuni e queste posizioni comuni devono rappresentare il quadro entro il quale andare a scrivere, a riscrivere anche la legge quadro.

Tutti noi abbiamo capito che il compito che ci spetta è quello di un ciclo completo dei rifiuti, tutti abbiamo parlato di puntare, di investire, di aumentare la differenziata, abbiamo parlato di investire sul riciclo, che significa, però, una scienza non facile di riuso e di recupero, significa anche, a monte, diminuire la quantità e la qualità di rifiuti prodotti, quindi un rovesciamento di prospettiva ed anche di comportamenti e di condotte individuali e delle Amministrazioni.

Allora, ridurre la produzione dei rifiuti. Personalmente aggiungo che, in un certo senso, negli anni abbiamo subìto passivamente un monopolio che non è accettabile nel trattamento dei rifiuti. Ma voglio dire di più. Noi dobbiamo investire, ed è emersa come linea comune in Aula, su impianti di compostaggio e di trattamento. Noi dobbiamo portare a sistema pieno, a pieno regime, impianti che abbiamo già sul territorio ed immaginare di costruire, anzi, rimodernare quelli che abbiamo di compostaggio.

Voglio dire un’altra cosa. Abbiamo sette siti e abbiamo, adesso, indicate dodici cave. Io penso che noi dobbiamo porci tre domande: cosa deve diventare rifiuto, come deve diventare il rifiuto, dove mettere il rifiuto.

La Direttiva europea, con molta chiarezza, impone un utilizzo residuale di rifiuti nelle discariche e solo rifiuti trattati e non grezzi. Questo è l’obiettivo che ci è sfuggito, questo  è l’obiettivo al quale noi dobbiamo guardare.

Adesso siamo arrivati a un punto importante. La Provincia ha anche indicato dodici cave, più gli altri sette siti indicati prima dalla Regione. Io mi auguro che, rispetto a questo scenario, ci sia veramente la volontà politica e istituzionale di dare pareri di idoneità che siano tecnici e non umorali, che siano basati su imprescindibili studi geologici, geotecnici, idrogeologici ed indagini fatte sul campo. Questo fin qui non c’è stato. Ed allora vedete, alla fine, chi deciderà? Deciderà il Commissario. Io non so se deciderà da solo o in compagnia, però, vedete, qualunque sarà la decisione, questo comunque non è il futuro. Perché il futuro, cari colleghi e cari ospiti, non sta mai né in quello che – rubo la sua definizione – Marrazzo definì “NIMBY”, ovvero il Not In My Back Yard, cioè “non nel mio cortile”, perché questo non paga, come non paga neanche, però, “finché è a casa tua non mi interessa”.

E voglio dire, prima di chiudere, vedete io, prima di venire qui in Consiglio regionale, e ormai sono due anni, sapevo dell’esistenza di Malagrotta. Dopo due anni che sono qui devo dire che conosco, che è più di sapere, conosco l’esistenza di Malagrotta ed allora io penso che non paghi mai “quello che è lontano da me non mi interessa”, non dobbiamo permettere che si scateni, come diceva il collega Di Stefano, e per una volta sono d’accordo con quasi tutto quello che ha detto il collega Di Stefano, e devo dirlo perché forse è la prima volta, una guerra che lui ha definito tra poveri, ma naturalmente tra chi subisce le condizioni di vita vicino o dentro una discarica ed allora, vedete, non paga né il NIMBY né il “non mi importa se sta sotto casa tua purché non stia sotto casa mia”, ed allora dico che deciderà il Commissario. Ma non è questo il nostro futuro. Il nostro futuro è quello che noi sapremo fare dopo le decisioni che il Commissario prenderà.

Io penso solo una cosa, e per pensare naturalmente mi sono fornita di pareri tecnici: se noi arriveremo alla chiusura definitiva di Malagrotta, che già ha dato negli anni troppo, noi avremo un recupero volumetrico, noi potremo immaginare un ripristino ambientale di questa zona, noi potremo immaginare di segnare una sistemazione paesaggistica di questa zona, il parco per bambini di cui si parlava prima, ed è una bella immagine, e forse deve essere una metafora della politica oltre che un’immagine ed allora, vedete, dalla chiusura di Malagrotta si può immaginare una risistemazione di questa zona.

Ed allora io dico, il Commissario deciderà, purtroppo lo farà sopra le teste di qualcuno necessariamente, ma io dico che dal giorno dopo di queste decisioni deve cominciare il futuro. Il futuro è quello che noi qui tutti, se ci spogliamo delle polemiche, abbiamo saputo individuare, ed è quello e solo quello che dobbiamo disegnare e lasciare ai nostri figli. Grazie.

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