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“Rivoluzione del Gelsomino, rivoluzione del Loto: il ruolo delle donne” – Rauti (Pdl): elemento femminile motore delle rivoluzioni

Tavola Rotonda organizzata dall’Associazione Movimento Donna (Amd) presso il Museo Crocetti a Roma

«Nella “Primavera araba” le donne appaiono determinate a contribuire al processo di pace e di evoluzione della società, possono diventare protagoniste del cambiamento e svolgere un ruolo fondamentale con la loro predisposizione al dialogo con la modernità nel rispetto del tratto fortemente identitario. Occorre garantire loro spazi nuovi e una voce più forte nei Governi».
E’ quanto ha dichiarato la consigliera regionale e membro dell’Ufficio di Presidenza Isabella Rauti in occasione della Tavola Rotonda “Rivoluzione del Gelsomino, rivoluzione del Loto: il ruolo delle donne” organizzata oggi dall’Associazione Movimento Donna (Amd), presso il Museo Crocetti a Roma.
«In tutti i processi di trasformazione – ha continuato Rauti – le donne oltre a esserne il motore fondamentale, sono le prime a vivere sulla loro pelle la transizione da una tradizione integrale, forte e totalizzante ad una modernità, spesso confusa, comunque attraente ma difficile da assumere e interiorizzare. Anche nelle recenti vicende di Egitto e Tunisia, sembra che queste donne stiano cercando una faticosa terza via; una sintesi nuova tra la condizione patriarcale e la modernità».
«E’ importante – ha sottolineato Rauti – come a differenza degli uomini, le donne non abbiamo paura della modernità che invece viene considerata, un’opportunità reale per costruire un’ alternativa a una condizione difficile e discriminatoria. Per queste donne, l’istruzione ed il lavoro extradomestico retribuito, sono elementi di una modernità che le attrae, non le spaventa ma, sicuramente, scatena altre paure perché questa modernità richiede di stravolgere una omogeneità secolare e un modello sociale in sé stabile».
«La forza di queste donne – ha concluso Rauti – consiste nello sfidare forme secolari di misoginia e di dispotismo, impegnandosi per combattere il loro stesso privato così come per cambiare i Codici Civili e, più di tutto, per lottare contro quel diritto non scritto ma consuetudinario che è in contraddizione con le Dichiarazioni universali dei diritti umani e dei diritti delle donne».

Roma, 31 maggio 2011

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