Percorso:

Mozione – Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00416 – Tutela del futuro delle donne e rispetto dei diritti umani in Afghanistan

Atto n. 1-00416

Pubblicato il 21 settembre 2021, nella seduta n. 361

IWOBI , PERGREFFI , BINETTI , UNTERBERGER , MASINI , BONINO , FEDELI , VANIN , RAUTI , CASOLATI , CIRINNA’ , MONTEVECCHI , PIANASSO , FEDE , NATURALEIl Senato,

premesso che:

il 31 agosto 2021 gli Stati Uniti hanno completato il ritiro militare dall’Afghanistan; negli stessi giorni anche il personale militare degli Stati alleati impegnati nelle operazioni nel Paese ha completato il ritiro;

di pari passo con il disimpegno militare della coalizione, si è assistito ad una rapida riconquista di tutto il territorio afgano, con eccezione della regione del Panshir, da parte delle milizie talebane;

conseguentemente, l’8 settembre 2021, a 24 giorni dalla conquista di Kabul, e della successiva proclamazione dell’Emirato islamico di Afghanistan, i talebani hanno annunciato il nuovo Governo ad interim;

nonostante le ripetute promesse dei vari portavoce dei talebani su un Esecutivo inclusivo e su una modalità di governo in grado di non ripetere la tragedia vissuta tra il 1996 e il 2001, quando i talebani imposero uno dei governi più crudeli e oscurantisti dell’intera regione, tra le figure principali del nuovo Esecutivo ve ne sono diverse che destano enorme preoccupazione riguardo il tema dei diritti umani e civili nel Paese:

il nuovo primo Ministro, il mullah Mohammad Hassan Akhund, figura nella lista dell’ONU di persone designate come “terroristi o associati a terroristi”, ed è stato ministro degli Esteri negli anni del primo Governo talebano tra il 1996 e il 2001;

Sirajuddin Haqqani, leader della rete considerata terroristica dagli Stati Uniti, che porta il nome della sua famiglia, è stato nominato come nuovo ministro dell’Interno;

considerato che:

sono migliaia le denunce pervenute, sin dall’inizio della riconquista militare dei talebani, da parte delle donne del Paese, che manifestano le gravi violazioni dei diritti umani che stanno subendo;

si segnalano donne date in sposa ai combattenti talebani nelle provincie periferiche del Paese; vi sono diversi video e inchieste che testimoniano dure repressioni in piazza nei confronti delle donne, che manifestano il proprio dissenso alle regole imposte dal nuovo Governo talebano;

in un’intervista all’emittente australiana “SBS”, il vice capo della commissione culturale dei talebani, Ahmadullah Wasiq, ha affermato che lo sport femminile non è, né appropriato, né necessario: “l’Islam e l’Emirato Islamico d’Afghanistan non consentono alle donne di giocare a cricket o praticare un tipo di sport in cui vengono esposte”;

sempre secondo Wasiq, alle donne sarà consentito uscire di casa solo per soddisfare i “bisogni” essenziali, come “fare la spesa”;

le donne potranno frequentare le lezioni all’Università solo se indossano un abaya (un ampio camice nero che copre completamente il corpo) e un niqab, il velo che copre in maniera integrale il capo;

considerato che:

nel corso del primo Governo dei talebani, tra il 1996 e il 2001, l’apparato giuridico impediva alle donne di partecipare alla vita pubblica del Paese: veniva previsto il divieto del lavoro femminile e l’esclusione delle ragazze da forme di istruzione mista; le donne potevano uscire di casa solamente se accompagnate da un uomo;

tali modalità di governo certificarono un impatto sull’educazione femminile che portò ad un calo del 65 per cento delle loro iscrizioni nelle scuole; inoltre, nelle scuole gestite dal Direttorato dell’Educazione, solo l’1 per cento degli studenti era composto da ragazze;

si ricordano, altresì, esecuzioni pubbliche di donne accusate di non rispetto delle leggi islamiche imposte dai talebani;

valutato infine che:

nel corso degli ultimi 20 anni le donne afgane hanno potuto godere di quelli che possiamo ritenere i diritti fondamentali per superare le discriminazioni di genere, come il diritto all’istruzione, al lavoro, all’indipendenza di scelta ed economica;

tali conquiste sono svanite con il ritorno al potere dei talebani;

giornaliste, scrittrici, intellettuali ed artiste stanno continuando, tramite i social network, a mandare messaggi al mondo sulle condizioni che le donne afgane stanno vivendo a seguito della presa del potere talebana;

le donne nel Paese hanno inoltre avviato una campagna on line per protestare contro il nuovo rigoroso codice di abbigliamento, condividendo le immagini dei loro colorati abiti tradizionali,

impegna il Governo a porre in atto tutte le iniziative possibili, d’intesa con la comunità internazionale, per esercitare una reale pressione sul Governo afgano, compresa l’istituzione di una commissione di monitoraggio indipendente in accordo con il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, al fine di tutelare il futuro delle donne nel Paese, e impedire il ritorno ad una condizione di completo deterioramento dei diritti umani delle stesse, non procedendo al riconoscimento dell’attuale Governo afgano (in armonia con le decisioni della comunità internazionale al riguardo) ove non siano state date piene ed effettive garanzie sul rispetto dei diritti umani in Afghanistan.

[Fonte: www.senato.it]

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