Percorso:

Mozione – Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00324 – Borsa italiana S.p.A.

Atto n. 1-00324

Pubblicato il 2 marzo 2021, nella seduta n. 301

URSO , CIRIANI , CALANDRINI , DE CARLO , DE BERTOLDI , FAZZOLARI , GARNERO SANTANCHE’ , IANNONE , LA PIETRA , MAFFONI , NASTRI , PETRENGA , RAUTI , RUSPANDINI , ZAFFINI , TOTAROIl Senato,

premesso che:

Borsa italiana S.p.A., società che si occupa della gestione del mercato azionario italiano, con tutte le sue controllate, è un’infrastruttura strategica per il Paese che, oltre assicurare stabilità al mercato secondario del debito pubblico italiano, gestisce anche una rete di dati sensibili relativi a titoli di Stato, nonché delle imprese quotate e di migliaia di piccole e medie imprese;

Borsa italiana è un asset strategico in grado di svolgere un ruolo centrale sia per la ripresa economica dell’Italia, sia per la realizzazione del progetto europeo di integrazione dei mercati dei capitali;

a seguito dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea e del mutato contesto geopolitico di riferimento, il London stock exchange group (LSEG), che controlla il 100 per cento di Borsa italiana S.p.A., ha deciso di vendere la società;

il 9 ottobre 2020 è divenuta ufficiale la notizia della conclusione dell’accordo per l’acquisto di Borsa italiana da parte del consorzio franco-olandese, con sede a Parigi, Euronext, il cui principale azionista è la Cassa depositi e prestiti francese, che già possiede la Borsa di Parigi; la cessione è ora al vaglio delle autorità di vigilanza;

per quanto risulta, il Ministro dell’economia e delle finanze pro tempore Roberto Gualtieri, durante la procedura di vendita di Borsa italiana da parte del LSEG, ha appoggiato in modo palese l’offerta di Euronext, senza valutare le potenzialità delle offerte della borsa tedesca, Deutsche Börse, e della borsa svizzera, SIX Swiss Exchange, e senza offrire spiegazioni convincenti, neppure durante l’audizione presso il COPASIR, come dimostrano i pesanti rilievi nei confronti dell’operazione e del suo ruolo contenuti nella relazione sulla tutela degli asset strategici nazionali nei settori bancario e assicurativo del 5 novembre 2020 (Doc. XXXIV, n. 3);

dalla relazione emerge che “il Parlamento non è stato adeguatamente informato di tale rilevante operazione” e che, “anche a seguito dell’approfondimento svolto dal Comitato, non risultano evidenti le ragioni alla base della scelta verso la soluzione Euronext (sia pure con la partecipazione di CDP e la presenza di Intesa Sanpaolo), rispetto alle altre offerte presentate, in apparenza potenzialmente competitive sotto l’aspetto economico. In particolare, se la scelta di escludere Swiss Exchange è stata motivata con la non appartenenza di tale impresa alla UE – situazione che peraltro non ha condizionato la decisione della Spagna di cedere la propria Borsa proprio al gruppo Swiss Exchange, per le particolari competenze che esso può vantare nel settore – la preferenza per il gruppo francese rispetto a quello tedesco di Deutsche Börse meriterebbe a sua volta una serie di motivazioni e argomentazioni che allo stato non si rinvengono”;

l’accordo con cui la Borsa spagnola, il gruppo BME, è stata ceduta alla Swiss exchange appare molto più vantaggioso di quello proposto da Euronext per la Borsa italiana, prevedendo un arco decennale in cui attuare l’integrazione, il mantenimento in Spagna della sede di gestione e della sostanziale capacità operativa (comprese posizioni e funzioni chiave) della Borsa di Madrid e delle controllate e l’impegno, da parte di SIX, di garantire i livelli occupazionali con i termini e le condizioni di lavoro applicati al momento dell’acquisizione;

infatti, il piano di Euronext, come emerso nell’assemblea degli azionisti di novembre che ha approvato l’offerta di acquisto di Borsa italiana, a differenza di quanto comunicato in precedenza, è quello di un’integrazione totale di Borsa italiana nel gruppo, con un’assenza di autonomia gestionale per l’Italia e di un piano di sinergie e tagli che avranno gravi conseguenze, puntando ad avere Parigi come esclusivo centro finanziario europeo;

non sono stati resi noti gli accordi tra Euronext, il Governo italiano e Cassa depositi e prestiti oltre a quelli emersi dalle comunicazioni ufficiali, che prevedono soltanto che sia un italiano a presiedere il consiglio di sorveglianza e che alcune funzioni di staff, come quella finanziaria e di data center, vengano spostate in Italia;

considerato che:

esiste, come sottolineato nella relazione del COPASIR, un disegno del sistema economico e politico francese che mira ad acquisire il controllo totale o parziale delle aziende italiane; disegno che trova riscontri anche in due recenti operazioni quali la rinuncia di Fincantieri all’acquisizione dei Cantieri navali francesi e il caso Stellantis, di cui all’interrogazione 4-04857 (del 2 febbraio 2021);

Euronext è tra i soci fondatori di Paris Europlace, l’organismo che vede in prima linea i principali attori dell’economia francese nato per promuovere la piazza finanziaria di Parigi e mantenere la presenza di centri di decisione in Francia per preservarne la sovranità economica;

il recovery plan francese “France relance” punta, infatti, a rinforzare in modo esplicito la sovranità economica e l’indipendenza tecnologica della Francia utilizzando i fondi europei e mantenendo in Francia ricerca e sviluppo in tutti i settori “chiave”;

nell’introduzione al piano, il presidente Emmanuel Macron definisce France relance un “acceleratore di sovranità” con programmi di relocalizzazione di beni essenziali, progetti di sviluppo tecnologico, sostegno alla produzione in Francia col quale “la Francia riprende il suo destino economico in mano”;

molti media francesi, tra cui il giornale economico “Entreprendre”, descrivono l’amministratore delegato di Euronext, Stéphane Boujnah, come uno tra principali protagonisti di questo progetto, rappresentante di spicco dell’establishment: ha lavorato nel gabinetto dell’ex Ministro delle finanze Dominique Strauss-Kahn ed è stato componente della commissione per la liberazione della crescita istituita da Nicolas Sarkozy, tanto che il quotidiano “Le Monde”, nell’inchiesta uscita venerdì 5 febbraio sul ruolo di Emmanuel Macron nel sistema economico, ha citato proprio Boujnah come uno degli uomini chiave;

secondo diversi analisti il Governo francese ha recentemente esteso il “golden power” sino a coprire il 69 per cento delle imprese, una percentuale così elevata da denotare quale sia la volontà politica “protezionistica” e nel contempo “offensiva” messa in atto;

la narrazione dell’operazione di vendita di Borsa italiana, anche da parte del Ministero dell’economia, descrive, invece, Euronext come un attore paneuropeo e federale, mentre emerge sempre di più come questa rientri in una scelta del sistema economico e politico francese di far diventare Parigi la capitale finanziaria europea;

considerato che:

dal comunicato ufficiale sul sito di Cassa depositi e prestiti del 9 ottobre 2020 si legge: “Al via l’ingresso di CDP in Euronext e la contestuale acquisizione di Borsa Italiana, che darà vita a un gruppo leader nel mercato dei capitali europeo. Attraverso l’operazione Cassa Depositi e Prestiti, con Euronext, porta Piazza Affari all’interno di un gruppo paneuropeo con un presidio stabile di investitori italiani”;

con questo progetto, si legge ancora, l’Italia “avrà un ruolo di primo piano sia a livello operativo che di governance”. “Attraverso l’acquisizione del 7,3 per cento di Euronext, CDP estenderà il proprio impegno di investitore di lungo periodo a sostegno delle imprese che potranno beneficiare di un mercato dei capitali a guida italiana in una più ampia prospettiva di respiro europeo. La Borsa Italiana e le sue controllate diventeranno centrali nel sistema Euronext, nel quale l’Italia rappresenterà il mercato più rilevante, assumendo un ruolo di riferimento a livello continentale”;

in realtà gli accordi di governance riconoscono a CDP solo la possibilità di proporre nomine nel consiglio di sorveglianza e non prevedono la sua partecipazione a scelte gestionali e strategiche che possano garantire la “guida italiana” del gruppo e gli interessi del nostro sistema Paese;

Borsa italiana è un asset strategico per la ripresa economica dell’Italia, per cui le offerte di acquisto, al fine di assicurare la sana e prudente gestione, la competitività e la tutela degli interessi pubblici sottesi a tale asset, saranno oggetto di vaglio da parte del Governo e delle autorità di vigilanza facendo ricorso agli strumenti offerti dalla normativa sul golden power e dalle normative di settore sui mercati, come ricordato anche dal presidente della CONSOB Paolo Savona in audizione in VI Commissione permanente (Finanze) alla Camera dei deputati nel commentare le pressioni di LSEG;

l’art. 75, comma 4, del decreto-legge n. 104 del 2020 interviene sulla disciplina che regola gli assetti proprietari della società di gestione del mercato modificando il testo unico dell’intermediazione finanziaria (decreto legislativo n. 58 del 1998) attribuendo alla CONSOB il potere di opporsi ai cambiamenti degli assetti proprietari non solo quando vi siano ragioni obiettive e dimostrabili per ritenere che venga messa a repentaglio la gestione sana e prudente del mercato, ma anche quando, su valutazione della stessa Autorità, la sana e prudente gestione venga messa a repentaglio alla luce delle “qualità del potenziale acquirente” e della sua “solidità finanziaria”;

considerato, infine, che:

sarebbe auspicabile che l’elevato stock di risparmio privato del nostro Paese fosse indirizzato al servizio dell’economia reale così da evitare, come ha sottolineato il presidente della CONSOB, Paolo Savona, “che le formiche italiane lavorino per sostenere molte cicale estere, o cadano prede di forze speculative, in un contesto globale sempre più sfuggente ai controlli delle autorità pubbliche di vigilanza”;

Euronext è una società quotata e, dunque, soggetta a possibili scalate da parte di altri operatori e, inoltre, le sue piattaforme di contrattazione sono soggette a frequenti blocchi che fanno presumere la mancanza di adeguati investimenti ed aggiornamenti tecnologici;

Euronext, come risulta da fonti di stampa, ha messo in atto una politica di depotenziamento delle sedi delle società acquisite, riducendone progressivamente l’autonomia e di conseguenza anche, in modo significativo, il personale ivi impiegato;

le modalità con cui si è proceduto alla nomina del presidente del consiglio di sorveglianza, frettolose e forse inopportune data la coincidenza della crisi di governo allora in atto, appaiono anche sospette essendo l’operazione ancora al vaglio delle autorità di vigilanza e tenuto conto, altresì, che il manager avrebbe dovuto avere specifici requisiti di autorevolezza e di indipendenza al fine di garantire il sistema Italia;

il Gruppo di Fratelli d’Italia ha presentato, in data 22 settembre, alla Camera dei deputati una mozione (1-00382, a prima firma Meloni) avente ad oggetto l’operazione di vendita di Borsa italiana che, nonostante le insistenti richieste, è stata calendarizzata dalla maggioranza per il 31 marzo rischiando che l’operazione venga approvata dalle autorità di maggioranza senza che le proposte contenute nella mozione siano valutate dal Governo,

impegna il Governo:

1) a presentare in Parlamento il piano di investimenti di Euronext per l’Italia, specificando quali richieste ha fatto il Governo riferendo sui reali contenuti degli accordi definiti sul piano politico e istituzionale e presi tra Euronext e Cassa depositi e prestiti al di là delle dichiarazioni contenute nei comunicati stampa, quali siano le condizioni che le autorità hanno imposto per preservare l’autonomia gestionale di Borsa italiana S.p.A. e quali siano state le garanzie finalizzate a tutelare la governance e l’autonomia gestionale per Borsa italiana;

2) a tutelare, in ogni sede e con ogni strumento di competenza, lo strategico assetto economico-finanziario di Borsa Italiana, nonché l’autonomia della medesima, soprattutto nei confronti della Francia, affinché sia possibile attuare i seguenti impegni:

a) previsione di un’adeguata strategia di lungo termine nel settore dell’innovazione tecnologica, che possa essere di maggior beneficio per il sistema finanziario nel suo complesso rispetto ad ipotesi e sinergie che potrebbero determinare esclusivamente una redditività di breve periodo dell’acquirente;

b) garanzia della valorizzazione e della trasparenza presso gli investitori delle piccole e medie imprese nella ricerca azionaria;

c) attuazione di un procedimento di semplificazione del processo di quotazione, in particolare per le società di piccole e medie dimensioni, nonché sviluppando un programma come Élite, e al fine di consentire alle piccole e medie imprese di aumentare il loro grado di consapevolezza finanziaria e di accedere con maggiore facilità al mercato di capitali, evitando che i servizi del detto programma possano sovrapporsi a quelli già forniti dagli intermediari finanziari;

d) rafforzamento del mercato telematico dei titoli di Stato (Mts), affinché continui a rappresentare un centro di eccellenza, in grado di garantire e migliorare i servizi di monitoraggio e di “price equity”, fondamentali per un’efficiente gestione del debito pubblico, con l’obiettivo di aumentare la liquidità degli scambi e limitare la volatilità dei prezzi;

e) evitare che i tagli e razionalizzazioni vadano a danneggiare la società e, dunque, l’Italia, e vigilare affinché venga mantenuto il livello occupazionale di Borsa italiana, diretto e dell’indotto;

f) garantire agli azionisti, stanti le indiscrezioni a mezzo stampa secondo cui le fondazioni valuterebbero un progressivo disimpegno, nei prossimi anni, la presenza e la partecipazione a lungo termine di Cassa depositi e prestiti negli investimenti attualmente in corso, garante dell’interesse pubblico e sistemico dell’infrastruttura e dell’indotto, onde evitare quanto avvenuto nel 2011 con gli investitori italiani che uscirono da LSEG;

3) a creare tutti i presidi necessari per intervenire tempestivamente nel caso in cui l’Italia non ottenga adeguato riconoscimento del proprio contributo al gruppo Euronext o gli interessi nazionali fossero minacciati da ulteriori operazioni straordinarie;

4) ad assicurarsi che, visto il peso dell’Italia nel gruppo, non siano previsti veti e clausole volti ad escludere che al vertice di Euronext siano nominati amministratori delegati di nazionalità italiana e anzi vi sia la possibilità di creare un’alternanza, in un arco temporale da definire, affinché possa esserci un amministratore delegato italiano ogni due mandati;

5) ad assumere tutte le iniziative di competenza necessarie per preservare la sovranità economica e la stabilità finanziaria dell’Italia, dei nostri titoli pubblici e la sicurezza degli asset strategici, anche attraverso il corretto e tempestivo utilizzo delle norme sul golden power;

6) a rinforzare la sovranità economica e l’indipendenza tecnologica dell’Italia utilizzando anche i fondi europei del recovery plan e adottare, mantenendo in Italia ricerca e sviluppo in tutti i settori “chiave”, tutte le altre misure necessarie per mantenere e accrescere la competitività della piazza finanziaria italiana in termini di attrattività internazionale, indotto e capacità di convogliare investimenti internazionali e risparmio italiano verso imprese strategicamente rilevanti per il sistema economico nazionale.

[Fonte: www.senato.it]

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