Percorso:

Ministero dell’Interno – Parte a Verona il ‘Percorso rosa’ per il sostegno alle vittime della violenza di genere

Protocollo in prefettura per l’istituzione di un codice rosa nell’ambito dei servizi sanitari, previsto anche il tutoraggio delle vittime. Presente alla firma il consigliere del ministro Rauti

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La prefettura di Verona fa un passo avanti nel sostegno delle vittime di violenza appartenenti a fasce ‘vulnerabili’ (come minori, donne, disabili), diventando la prima ad adottare a livello regionale il protocollo operativo sul ‘Percorso rosa’, siglato oggi nell’ufficio territoriale del governo in presenza del consigliere del ministro dell’Interno per le politiche di contrasto alla violenza di genere Isabella Rauti.

Il ‘Percorso rosa’ è un vero e proprio ‘iter’ protetto per le  vittime di violenza domestica, su soggetti deboli e/o di genere, all’interno dei servizi sanitari d’urgenza delle strutture ospedaliere di pronto soccorso territoriali. Queste si doteranno di un ulteriore codice sanitario, il ‘codice rosa’ appunto, in aggiunta a quelli già esistenti (bianco, verde, giallo e rosso) proprio per identificare le vittime da accogliere in quest’area dedicata. In pratica, il paziente entrato in pronto soccorso con codice rosa viene spostato in una sala riservata nella quale vengono fatti gli accertamenti sanitari e prestate le eventuali cure. In un’altra sala riservata, sempre nell’ambito dello stesso percorso, avranno accesso gli operatori di polizia giudiziaria, per la valutazione dei casi e l’eventuale seguito.

A livello operativo e di coordinamento il ‘Percorso rosa’ viene definito da una task force interistituzionale composta dai soggetti firmatari del protocollo, che avrà anche il compito di monitorare la funzionalità del modello e segnalare criticità o nuove emergenze. Novità importante introdotta dal Percorso rosa è il tutor che affianca la vittima, seguendola anche dopo la sua dimissione dell’ospedale per almeno 3 mesi dall’episodio di violenza.

Il ‘Percorso’ rappresenta l’evoluzione dell’impegno della prefettura di Verona nella lotta alla violenza di genere, portata concretamente avanti con un Centro di ascolto attivo 24 ore su 24 che riceve segnalazioni sui casi di violenza per mettere immediatamente in contatto le presunte vittime o chi segnala con le strutture competenti. La prefettura inoltre sta mettendo a punto, con risorse interne, un software di georeferenziazione dei posti disponibili nelle strutture del territorio provinciale che accolgono donne e minori vittime di violenza, software che girerà su una rete protetta.

Il nuovo strumento di sostegno e tutela avviato oggi con il protocollo è però anche il frutto, ha sottolineato il prefetto Perla Stancari, dell’impegno di tutti i soggetti coinvolti nella sensibilizzazione alla lotta contro la violenza di genere, come il consigliere Rauti, che Stancari ha ringraziato anche alla luce della recente legge (legge di conversione n.119/2013) che inasprisce le pene e prevede misure più incisive a tutela delle vititme di stalking.

La buona prassi dell’esperienza di Verona, ha risposto Rauti, è il modello, insieme ad altre realtà nel resto del Paese, al quale si ispira il protocollo quadro nazionale ‘Codice Rosa’ che sarà sottoscritto dai ministri dell’Interno, della Giustizia, della Salute e dal dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio. Il documento, secondo Rauti, introdurrà linee guida nazionali per rendere omogenee le modalità prevenzione e di sostegno alle vittime.

Firmatari del protocollo sono, oltre alla prefettura, il comune, la procura della Repubblica e la questura di Verona; i comandi provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, l’azienda universitaria ospedaliera integrata, le unità sanitarie locali (Ulss) 20, 21 e 22 e l’Osservatorio nazionale violenza domestica.

[Fonte: www1.interno.gov.it]

Il protocollo d’intesa

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