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laRepubblica.it – Fondo casalinghe, Bonetti: “Corsi di formazione per le donne”. Rauti (Fdi) all’attacco: “Una mancetta inutile come il bonus monopattino”

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La ministra per le Pari Opportunità spiega su Facebook il provvedimento inserito nel Decreto Agosto. Ma per la senatrice di Fratelli d’Italia è “inadeguato” e “anacronistico”

di MONICA RUBINO

“Sono molte, troppe, le donne ancora fuori dal mondo del lavoro e tante in questi mesi ne sono uscite loro malgrado. Non possiamo nè vogliamo permettere la loro esclusione sociale”. A scriverlo su Facebook oggi è la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti, che spiega il senso del ‘bonus casalinghè inserito dal governo nel Decreto Agosto.

“Non è accettabile che per una donna lo stare a casa diventi una scelta obbligata per mancanza di opportunità di lavoro. Non è accettabile che questo la porti a non avere accesso a opportunità di qualificazione e aggiornamento, in un vortice senza fine. Al contrario, serve investire strutturalmente in occasioni di qualificazione e di empowerment, che vuol dire garantire alle donne libertà di scegliere e accompagnarle ad accedere a opportunità di lavoro”.

Per questo, spiega Bonetti, “nel dl agosto abbiamo voluto istituire un fondo con prime risorse che finanzieranno, attraverso bandi, corsi di formazione per le donne specialmente in ambito finanziario e digitale. È un altro passo per rimuovere le cause della violenza economica, è un passo per donne più libere, anche dagli stereotipi. #Liberapuoi”, conclude la ministra.

Ma per la senatrice di FdI Isabella Rauti, il fondo per le donne non è altro che “una mancetta, il corrispettivo del bonus monopattino, con il quale il governo ha pensato di risolvere problemi complessi come quelli legati alla ripartenza post-Covid”. Rauti, che è anche responsabile nazionale del dipartimento “Pari Opportunità, Famiglia e valori non negoziabili” del suo partito, si dice “allibita dall’inadeguatezza della proposta, dall’anacronismo lessicale e da un approccio cosi superficiale” rispetto alle criticità dell’occupazione femminile. “I tre milioni stanziati sono ‘spicci’ per una mancetta anche abbastanza umiliante. In pratica si dice alle donne di starsene a casa a fare corsi di formazione per un eventuale futuro lavorativo. Alle italiane non è la formazione che manca: nel nostro Paese le donne non entrano nel mondo del lavoro non per assenza di titoli e competenze ma perché manca un welfare per conciliare vita-lavoro e una strategia di sistema di sostegno alla maternità. Quello che serve alle mamme lavoratrici sono congedi parentali coperti all’80%, asili nido gratuiti e a lungo orario, servizi per l’infanzia, incentivi per la maternità”. Insomma, per la senatrice di Fdi il governo ha una “percezione sbagliata della complessità sociale e occupazionale, dettata da stereotipi che non corrispondono alla realtà”.

[Fonte: www.repubblica.it]

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