Percorso:

Interrogazioni a risposta scritta – Atto n. 4-04528 – Al Ministro dell’interno

Atto n. 4-04528

Pubblicato il 26 novembre 2020, nella seduta n. 278

ZAFFINI , CALANDRINI , DE CARLO , FAZZOLARI , GARNERO SANTANCHE’ , IANNONE , LA PIETRA , MAFFONI , NASTRI , PETRENGA , RAUTI , TOTARO , URSO – Al Ministro dell’interno. -Premesso che:

il 10 aprile 2020 il Ministro in indirizzo indirizzava ai prefetti una circolare che individua non solo il pericolo che la libertà di iniziativa economica, per le difficoltà del momento, possa risultare «maggiormente permeabile a rischi di condizionamento mafioso», ma anche «il rischio che nelle pieghe dei nuovi bisogni si annidino perniciose opportunità per le organizzazioni criminali»;

per fronteggiare tali rischi, il Ministro invitava a mettere in campo «una strategia complessiva di presidio della legalità», sottolineando come i suddetti pericoli riguardino tanto l’iniziativa privata quanto gli appalti pubblici e affermando la necessità di «prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata, attraverso un’attenta e accurata valutazione di tutti i possibili indicatori di rischio di condizionamento dei processi decisionali pubblici funzionali all’assegnazione degli appalti»;

a fine marzo il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, guidato da Franco Gabrielli, diramava ai vertici sul territorio una direttiva della DAC (Direzione centrale anticrimine);

Francesco Messina, direttore della DAC, afferma che è divenuto necessario «un mirato e specifico sostegno informativo e investigativo» sui «futuri scenari evolutivi della criminalità organizzata», che le mafie sono «solite operare nelle pieghe delle criticità sociali» e che l’obiettivo «di reinvestire flussi significativi di capitali in diversi segmenti del tessuto produttivo e finanziario» sarà, a breve, a portata di mano dei criminali;

in questo quadro complessivo di massima allerta, destano particolari preoccupazioni le affermazioni rese dal primo cittadino di Spoleto nell’ambito di un violento scontro istituzionale con l’Esecutivo regionale rispetto alla decisione, presa dai vertici della sanità umbra, di destinare il presidio ospedaliero di Spoleto a presidio COVID-19;

si apprende infatti da notizie di stampa locale, che il Sindaco, nel corso di un incontro con i rappresentanti del «City Forum», un’associazione di cittadini nata a difesa delle eccellenze dell’ospedale, avrebbe dichiarato quanto segue: «Dopodiché passo in consiglio comunale, dirò che ci è stato dato uno schiaffo a tutti, quelli mi dicono ma sì, via, ma va, ma chi ce lo fa fare, magari arrivano i soldi dalla Calabria»;

la gravità delle affermazioni rese dal primo cittadino ha indotto alcuni consiglieri comunali a chiedere al Prefetto di Perugia un’audizione urgente per verificarne la natura, anche alla luce di reiterate e analoghe dichiarazioni rese dal Sindaco medesimo sempre in veste istituzionale, ma in circostanze diverse;

richiede la doverosa attenzione la circostanza, sottolineata dalla missiva dei consiglieri comunali, che il Sindaco, sia a tutt’oggi un magistrato in servizio, circostanza questa che determina l’insorgenza del dubbio sull’origine di tali dichiarazioni, e sul fatto che le stesse possano essere connesse alla disponibilità di informazioni di cui egli è in possesso in virtù del suo ruolo;

è da considerarsi indubbio che, se tali affermazioni trovassero un qualsivoglia riscontro, comprometterebbero irrimediabilmente quel quadro di legalità che è indispensabile ad ogni corretta azione amministrativa;

la vicenda merita la massima attenzione, anche in considerazione del fatto che Spoleto è sede di una casa di reclusione che ospita detenuti in regime di 41-bis, un regime detentivo speciale introdotto nel nostro ordinamento proprio per neutralizzare la pericolosità di detenuti che, in virtù dei legami con le associazioni criminali e mafiose di appartenenza, sono in grado di continuare a delinquere dal carcere;

è dunque necessario agire rapidamente per evitare che venga inficiata quella «strategia complessiva di presidio della legalità» fortemente auspicata dal Ministro, ponendo un grave problema di ordine pubblico e sicurezza alla luce del pericolo rappresentato dalle organizzazioni mafiose e criminali nell’attuale contesto di gravissima crisi economica e sociale legata all’emergenza sanitaria da COVID-19,

si chiede di sapere in che modo e con quali tempi, vista la gravità dei fatti riportati, il Ministro in indirizzo intenda attivarsi per verificare il contenuto e la natura delle affermazioni rese dal Sindaco di Spoleto, affermazioni che hanno destato viva preoccupazione in città e nell’intero territorio regionale a prescindere dalla loro veridicità.

[Fonte: www.senato.it]

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