Percorso:

Interrogazioni a risposta orale – Atto n. 3-02451 – Ai Ministri dello sviluppo economico, dell’economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali

Atto n. 3-02451 (in Commissione)

Pubblicato il 22 aprile 2021, nella seduta n. 319

RUSPANDINI , RAUTI – Ai Ministri dello sviluppo economico, dell’economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. –

Premesso che:

da oltre 20 anni, Blasetti S.p.A. e Pigna S.p.A., aziende leader di cartotecnica in Italia, servono Poste italiane per la fornitura delle buste;

Poste italiane deve rinnovare i contratti per l’acquisto di buste di carta, ma ha messo gli storici produttori nelle condizioni di ridurre il prezzo altrimenti non saranno più i fornitori;

nel mese di gennaio 2021, è stata aperta la gara di appalto ed il prezzo minimo è stato abbassato sotto il costo del lavoro in Italia e non sono stati inclusi standard ambientali nel punteggio finale;

i prezzi pretesi da Poste non possono essere applicati dalle aziende italiane, ma solo da produttori esteri dove il costo del lavoro e la tassazione sono bassi;

sembra quindi che Poste stia tentando di delocalizzare la produzione di buste e ciò comporterebbe un grave danno per le fornitrici tradizionali, come la storica Blasetti S.p.A., leader nella produzione di buste. L’azienda lavora con Poste da decenni garantendo la produzione di circa un milione di buste al giorno nello stabilimento di Pomezia (Roma), sede scelta proprio perché situata a poche centinaia di metri dal grande centro di Poste dove le buste vengono consegnate;

la Blasetti ha segnalato che, con il prezzo richiesto da Poste, l’assegnazione dell’appalto andrebbe ad aziende straniere, che pagheranno tasse all’estero e daranno vita a una filiera estera, recando un ulteriore pregiudizio al comparto italiano;

il nuovo confronto competitivo taglia fuori tutte le aziende italiane, ma Poste intende procedere per l’offerta economicamente più vantaggiosa (0,001 centesimi in meno a busta) a scapito della qualità, della celerità del servizio offerto e senza considerare le mancate entrate dello Stato derivanti dalle tasse che Blasetti e i suoi fornitori italiani non pagheranno più nella filiera;

per Poste italiane l’ipotetico risparmio diventerà di certo nullo, in quanto sarà costretta a scontare ai propri clienti i minori costi sostenuti, senza contare le conseguenze derivanti dal fatto che 6 milioni di chilogrammi di carta non verranno più acquistati in Italia, ma all’estero;

la Blasetti ha fatto sapere che, se perderà la commessa, non potrà più contare su un fatturato di milioni di euro all’anno e sarà costretta a licenziare molti operai e delocalizzare parte della produzione in Paesi stranieri;

gli interroganti ritengono assurdo che Poste italiane voglia portare avanti una politica scellerata con prezzi che possono essere accolti solo da aziende straniere, danneggiando la produzione italiana e il suo indotto. Non di meno, va considerato che, in una fase in cui va privilegiata la sostenibilità ambientale, va in senso opposto la decisione di rivolgersi ad imprese estere che dovranno trasportare le forniture con centinaia di tir per l’Europa;

in questa vicenda non può essere trascurato il fatto che Poste italiane è un’azienda controllata da Cassa depositi e prestiti e dal Ministero dell’economia e delle finanze. Eppure sta portando avanti un’operazione priva di logica e che va contro gli interessi dello Stato, a parere degli interroganti,

si chiede di sapere:

se e quali urgenti iniziative di competenza i Ministri in indirizzo intendano porre in essere affinché Poste italiane non proceda ad un’operazione che, oltre ad essere dannosa per le aziende italiane produttrici di carta, mettendo a rischio molti posti di lavoro, pregiudica gli interessi dello Stato;

se e quali urgenti iniziative di competenza intendano porre in essere, per escludere l’affidamento degli appalti in base a prezzi individuati con criteri che rendono drasticamente meno competitive le imprese italiane, che sono sottoposte a maggiori costi dovendo rispettare normative fiscali, a tutela dei lavoratori e dell’ambiente, a cui non sono tenute le imprese straniere che, per questo, sono avvantaggiate nell’assegnazione della gara.

[Fonte: www.senato.it]

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