Percorso:

Interrogazione a risposta scritta – Atto n. 4-05899 – Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri della salute e dell’economia e delle finanze

Atto n. 4-05899

Pubblicato il 3 agosto 2021, nella seduta n. 354

FAZZOLARI , BALBONI , CALANDRINI , GARNERO SANTANCHE’ , LA PIETRA , MALAN , RAUTI , TOTARO , IANNONE – Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri della salute e dell’economia e delle finanze. -Premesso che:

dal febbraio 2020 ha avuto inizio la pandemia da SARS-COV2, che ha inciso sui tutti i settori dell’economia, delle imprese, del turismo, dei trasporti pubblici, della sanità, della scuola e dei servizi pubblici in generale, in maniera pervasiva ed esiziale;

la pandemia ha pesantemente segnato il mondo delle imprese italiane determinando a fine 2020, secondo i dati ISTAT, la chiusura di 73.000 imprese e la previsione di non riapertura per almeno altre 17.000; numeri impressionanti, che fotografano più di ogni analisi lo stato di estrema difficoltà in cui il nostro sistema imprenditoriale si è trovato nel giro di pochi mesi;

le misure di contenimento da COVID-19 hanno portato le aziende a ridurre drasticamente il personale in sede, rallentando tutti i settori produttivi con un danno, nel solo 2020, stimato in circa 150 mld di PIL, frutto appunto dell’impossibilità di frequentare il proprio posto di lavoro. In base al rapporto annuale sul mercato del lavoro 2020, frutto della collaborazione tra Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ISTAT, INPS, INAIL e ANPAL, nella media dei primi tre trimestri del 2020 gli occupati sono diminuiti di 470.000 unità, nonostante il blocco dei licenziamenti deciso dal Governo;

il trasporto pubblico è stato fortemente penalizzato e, per quanto sia stato garantito il servizio pubblico essenziale, ancora oggi i mezzi di trasporto non risultano essere dotati di soluzioni idonee a ridurre il rischio di contagio, a meno che non si vogliano considerare tali le “raccomandazioni” sul distanziamento e sulla capienza ridotta;

anche le strutture ospedaliere pubbliche, nella prima fase pandemica veicolo principale di diffusione del contagio, sono carenti, ove non del tutto sprovviste, di dispositivi idonei alla sanificazione e sterilizzazione continua di superfici e ambienti;

analoghe carenze si riscontrano nelle scuole, dove l’assenza misure e dispositivi di sanificazione ha drammaticamente lasciato il posto alla didattica a distanza, con tutte le conseguenze negative che una simile approccio ha determinato negli studenti;

le spese di sanificazione e sterilizzazione, alle quali non si può certo rinunciare, costituiscono importanti voci di bilancio e impongono allo Stato (e ai privati) una programmazione e un impegno economico di medio lungo periodo;

considerato che:

la comunità scientifica mondiale negli ultimi 25 anni ha individuato, sperimentato e catalogato i raggi UV-C, classificandone l’efficacia battericida e virucida;

nel corso dei mesi di pandemia tutti i test di laboratorio effettuati su SARS-COV2, sottoposto a esposizione ai raggi UV-C, hanno ottenuto risultati positivi comprovando la totale inattivazione del virus, come anche dimostrato dagli studi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e Università degli Studi di Milano, svolti in collaborazione con l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) e l’IRCCS Fondazione “Don Gnocchi” di Milano;

l’Istituto Superiore di Sanità, nel rapporto COVID-19 n. 25 del 2020, ha avallato quanto sostenuto dalla comunità scientifica in merito all’efficacia dei raggi UV-C su SARS-COV2;

a quanto risulta agli interroganti ad oggi, sul mercato, sono presenti dispositivi che danno la possibilità di utilizzare la tecnologia UV-C anche in presenza di persone e alimenti, garantendo una sanificazione degli ambienti costante e sicura;

risulta inoltre che numerose strutture ospedaliere, in diverse parti del mondo, abbiano sostituito i vecchi sistemi di sanificazione in favore di dispositivi a tecnologia UV-C, certificando e rendendo pubblico il risultato ottenuto, sia in termini di efficacia del prodotto, sia in termini di risparmio, grazie ai costi accessibili di tale tecnologia, fungendo anche da stimolo al suo utilizzo da parte di altri soggetti parimenti coinvolti in sanificazioni e sterilizzazioni;

la tecnologia in questione, proprio per le certificazioni ricevute e l’efficacia dimostrata, è in uso financo presso strutture militari come è il caso, ad esempio, del presidio Nato MSCOE – Modelling & Simulation Centre Of Excellence a Roma,

si chiede di sapere:

quali siano i motivi per i quali il Governo, nell’ambito della strategia di contenimento della pandemia, non abbia inserito e appositamente regolamentato l’utilizzo di dispositivi a tecnologia UV-C per la sanificazione di ospedali, mezzi di trasporto pubblico, scuole, pubblici uffici o altro, al fine di garantire la fruizione di ambienti pubblici a basso rischio di contagio;

se non ritenga opportuno impegnare risorse per lo sviluppo e la diffusione di dispositivi a tecnologia UV-C, sia al fine di garantire condizioni di maggior sicurezza, sia al fine di produrre un risparmio nel breve-medio termine per le casse dello Stato;

se non ritenga di promuovere e diffondere l’utilizzo di dispositivi a tecnologia UV-C, anche con l’emanazione di misure di incentivazione fiscale o di appositi bandi destinati alle imprese, con l’obiettivo di ridurre l’impatto del virus nei luoghi di lavoro, permettendo al contempo la ripresa delle attività in presenza;

quali siano i motivi e gli ostacoli per cui, anche a fronte di un utilizzo presso strutture sanitarie e militari di dispositivi a tecnologia UV-C e di un costo relativamente basso degli stessi, il Governo non intenda mettere a disposizione della comunità un simile strumento di protezione individuale e collettivo, di facile utilizzo e accesso.

[Fonte: www.senato.it]

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