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Il Tempo – Cosa ha in testa la donna? Un cervello più «connesso»

Convegno A Roma neuroscienziati da tutto il mondo Maira: «Diverso dall’uomo ma non superiore o inferiore»

Che cosa hanno in testa le donne? Se lo chiedono spesso gli uomini, incapaci di capirle figuriamoci di entrare in sintonia con loro. Non basta un tweet per definirlo anche se al sesso forte basta attaccarsi allo stereotipo più antico di sempre: il cervello delle donne è diverso da quello degli uomini ovvero, meno intelligente. Eppure, diceva il Nobel Rita Levi Montalcini, «le donne che hanno cambiato il mondo, non hanno mai avuto bisogno mostrare nulla se non la loro intelligenza». Comunque, il dato scientifico è che l’altra metà del cielo ha un cervello più piccolo e leggero: pesa mediamente 1,200 Kg. contro 1,350 kg di quello degli uomini, ma i maschietti farebbero bene a sapere anche che Albert Einstein aveva un cervello-piuma e di volume minore rispetto a quello della maggioranza maschile. Non è l’unico caso in cui la dimensione non è determinante perché a parte la massa e il volume, l’importante sono le sinapsi, cioè le connessioni fra i circa 30 miliardi di neuroni che abbiamo in testa.

«C’è una differenza tra il cervello maschile e quello femminile ma questo non implica alcun giudizio di inferiorità o superiorità – spiega il prof. Giulio Maira ordinario di Neurochirurgia alla Cattolica di Roma e presidente della Fondazione Atena Onlus che ha organizzato per domani il convegno neuro-scientifico e filosofico «Il cervello delle donne. Differenze e similitudini con il cervello maschile».

A raccontare il «Women’s brain» in tutte le sue sfaccettature, ci saranno oltre al prof. Maira, la stilista Anna Fendi, il magistrato Simonetta Matone, Isabella Rauti e lo storico dell’arte Claudio Strinati.

La donna è multitasking, l’uomo è razionale, lei più profonda e convincente, ha una mente intuitiva ed olistica, lui più aggressivo e forte, ma anche più vittima di stress ed ira? Sì, diversi e complementari perché come spiega il prof. Maira «la differenza non è il quoziente d’intelligenza, ma è il fattore genetico, risultato di una catena di effetti, avvenuti nel corso di millenni, che coinvolgono la genetica, gli ormoni, il cervello, i comportamenti. Possiamo dire che l’uomo possiede un cervello che segue schemi logici basati sulla razionalità, mentre nella donna il funzionamento cerebrale è di tipo intuitivo, che nell’uomo il funzionamento dei circuiti nervosi è più rigido mentre è più plastico nella donna». Quelle famose connessioni, orizzontali e verticali, attive nel sistema «limbico», con l’apporto degli estrogeni, sono quelle che ci rendono più empatiche, sensibili, creative e capaci di emozionarci, mentre i nostri uomini, che mettono in moto la corteccia prefrontale e il testosterone, l’ormone maschile che «instilla» razionalità e capacità riflessive, reagiscono di più con l’azione, non sempre vincente.

Differenze che si consolidano con i cambiamenti sociali, ma anche con la menopausa, e che si riflettono anche nelle malattie neurologiche, diverse nei due sessi, e nelle terapie, personalizzate proprio perché il modo di affrontarle è diverso. Per questo il 12 e 13 giugno, si svolgerà il secondo congresso internazionale sui tumori cerebrali che il prof. Giulio Maira organizza, con Atena Onlus, per riunire 43 tra i migliori esperti nel campo della genetica, della biologia molecolare e cellulare, dell’imaging e del trattamento di queste neoplasie per fare il punto sull’impegno nella ricerca.

Sarina Biraghi

[Fonte: www.iltempo.it]

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