Percorso:

65ª Seduta Pubblica – Question Time con il Ministro degli Affari esteri Enzo Moavero Milanesi, sul Global Compact Immigration

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Ripresa dello svolgimento di interrogazioni a risposta immediata,
ai sensi dell’articolo 151-bis del Regolamento
(ore 15,13)

PRESIDENTE. La senatrice Rauti ha facoltà di illustrare l’interrogazione 3-00430 sulla sottoscrizione da parte dell’Italia del Global compact sulle migrazioni, per tre minuti.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, onorevole Ministro, il 10 e 11 dicembre si terrà a Marrakech la Conferenza intergovernativa per l’adozione del Global compact, il patto globale sull’immigrazione. Per Fratelli d’Italia questo patto farà cadere ogni distinzione tra chi è profugo, rifugiato politico o migrante economico, garantendo qualunque tipo di immigrazione e creando obblighi crescenti in ordine ai servizi da fornire agli immigrati.


Contro questo approccio immigrazionista e a favore invece della sovranità nazionale si sono già schierati gli Stati Uniti, il gruppo di Visegrád (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia), nonché l’Australia, l’Austria e anche, a suo modo, la Svizzera. Nel testo – lo ripetiamo – non si stabilisce una netta differenza tra migrazione legale e illegale. La sottoscrizione del Global compact comporta, dal nostro punto di vista, un’inaccettabile cessione di sovranità nazionale sul tema migratorio, secondo un’impostazione ideologica ben precisa, che sancisce di fatto la migrazione come un diritto universale e incontrollato. E per il nostro Paese, per la sua centralità nel Mediterraneo, per la sua centralità nel continente liquido che è il Mediterraneo, questo aspetto è importantissimo, perché il nostro Paese rappresenta l’approdo delle rotte che provengono dall’Africa ed è anche la porta di accesso al mondo occidentale. Quindi tale patto per il nostro Paese è di un’importanza cruciale.
Mi scuso se quanto abbiamo presentato differisce un po’ da quello che dico, ma lei converrà con me, signor Ministro, che si sono registrati molteplici colpi di scena negli ultimi giorni e nelle ultime ore su questo tema. Sul Global compact si sono registrate dichiarazioni contrastanti e contraddittorie.
Inizialmente, sia lei, signor Ministro, che il premier Conte avete espresso un orientamento favorevole alla sottoscrizione; poi, dopo giorni di silenzio, noi di Fratelli d’Italia abbiamo sollecitato una dichiarazione da parte del Governo; il ministro Salvini ha rinviato la decisione al parlamento ed il premier Conte ha dichiarato che l’Italia non parteciperà alla Conferenza di Marrakech.
Allora, qual è, e se c’è, una posizione del Governo? Perché avete atteso tanto? Perché avete atteso fino all’ultimo minuto? Certo, non era una sorpresa la sottoscrizione del Global compact. Quali elementi ritiene di poter fornire a quest’Assemblea oggi rispetto a quella che è sembrata una marcia indietro dettata dalla paura di spaccare una compagine governativa dalla doppia anima, scegliendo quella del Parlamento come una via di fuga?

PRESIDENTE. Il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, professor Moavero Milanesi, ha facoltà di rispondere all’interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

MOAVERO MILANESI, ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Signor Presidente, nel ribadire quanto detto circa mezz’ora fa alle Commissioni riunite di Camera e Senato, io sono disponibile a venire a riferire in qualunque momento nel dettaglio e nel merito di qualunque questione, inclusa questa del cosiddetto Global compact for migration, quindi di questo patto per le migrazioni a livello multilaterale. Ero disponibile anche prima, qualora le Commissioni lo avessero richiesto.
Quanto alla risposta di merito alla senatrice interrogante, questo Global compact è un patto – non è neanche definibile «accordo» – che riguarda la migrazione sicura, ordinata e regolare, secondo il titolo che gli viene dato in lingua italiana, e rappresenta una piattaforma di cooperazione tra i Paesi partecipanti per governare i flussi migratori a livello internazionale, secondo un approccio multidimensionale di condivisione degli oneri tra i Paesi di origine, di transito e di destinazione dei migranti stessi. Questo per fornire un cenno di merito su cosa stiamo parlando, magari anche a beneficio dei ragazzi che stanno assistendo alla nostra seduta.
La settimana scorsa, il 21 del corrente mese per essere più precisi, avevo detto che avremmo avuto un approfondimento in sede di Governo: lo avevo detto in quest’Aula rispondendo a un’altra interrogazione parlamentare. Questo approfondimento in sede di Governo sarebbe dovuto avvenire – ed è poi avvenuto – prima di procedere alla conclusione – eventuale, sottolineavo – del Global compact. E avevo aggiunto che avremmo tenuto conto anche degli stimoli parlamentari. In tal senso, successivamente ho scritto anche al Presidente del Consiglio per renderlo edotto di si era detto in quest’Aula. Questa posizione è stata confermata sostanzialmente ieri.
In considerazione del fatto che il Global compact è un documento con una sua complessità, che tocca temi e questioni estremamente sensibili e sentite dai cittadini, il Presidente del Consiglio ha comunicato che il Governo, dopo l’approfondimento, ritiene opportuno che ci sia un dettagliato e articolato dibattito in Parlamento, a monte delle decisioni da prendere circa la scelta definitiva da fare.
Sempre il Presidente del Consiglio ha avuto modo di precisare ieri che il Governo non parteciperà alla Conferenza, quindi nessun membro di Governo sarà presente alla Conferenza di Marrakech; l’Italia sarà rappresentata e il nostro Paese, sulla base degli esiti del dibattito parlamentare e dell’orientamento che a quel punto il Governo prenderà, potrà eventualmente in seguito valutare le scelte definitive da fare. Una posizione analoga la riscontriamo nella Confederazione Elvetica, o Svizzera che dir si voglia. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd’Az).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Rauti, per due minuti.

RAUTI (FdI). Signor Ministro, grazie anche per i cenni di merito, ma in quest’Aula credo che li conoscessimo già tutti. Non ho trovato nelle sue parole, però, quale sia la sua posizione personale. Conosco quella che lei aveva espresso tempi addietro, ma non voglio polemizzare. Quello che mi preme sottolineare all’Assemblea e, fuori, anche forse ai ragazzi che ci stanno ascoltando, è che l’accordo per l’immigrazione, che si dice non essere vincolante, obbliga però a precisi impegni politici, che rischiano di compromettere in via definitiva ogni politica di contrasto all’immigrazione incontrollata per la mancata distinzione tra profughi e clandestini.
Riteniamo che il fatto che il ministro dell’interno Salvini abbia delegato al Parlamento, chiedendo di agire secondo coscienza, non sia legittimo in senso morale, perché non è un tema da lasciare alle coscienze. Si tratta infatti di un tema di natura squisitamente politica: l’immigrazione incontrollata non è una questione di coscienza, ma un tema politico decisivo e distintivo di ogni Governo.
Rimaniamo pertanto dell’idea che il Global compact immigration sia contro l’interesse nazionale, non governi l’immigrazione, ma anzi la incoraggi in modo incontrollato, non sappia distinguere tra regolari e clandestini, minacci i confini e la sovranità e, soprattutto, abbia già fatto esplodere contraddizioni all’interno del Governo. È evidente che c’è un’anima mondialista e una sovranista che su questo punto non riescono a trovare un accordo, come non l’hanno trovato ieri al Parlamento europeo quando, votando su questo punto, i grillini, da un lato, e la Lega, dall’altro, si sono spaccati.
Rimettere la decisione al Parlamento ci continua a sembrare anche oggi, dopo le sue parole, un atteggiamento pilatesco di rinvio e una mancanza di coraggio nell’affrontare come Governo una decisione così importante. (Applausi dal Gruppo FdI).

Resoconto stenografico della seduta 65 del 29 novembre 2018
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