Percorso:

cybernaua.it – Cybersicurezza, l’Agenzia è in ritardo

Lo comunica la senatrice di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti a seguito dell’attacco informatico al sistema della Regione Lazio

04-08-2021 – “L’agenzia per la cybersicurezza nazionale nasce con colpevole ritardo, Fratelli d’Italia è stata la prima forza politica a chiederne l’istituzione già tre anni fa e da questa responsabilità il governo non può esimersi”.
Questa è la dichiarazione della vicecapogruppo vicario di Fratelli d’Italia al Senato, Isabella Rauti. “Basti pensare che lo stesso ministro per l’Innovazione Colao ha dovuto ammettere che il 95 per cento dei server della pubblica amministrazione sono obsoleti – sottolinea Rauti – per capire la necessità per l’Italia di dotarsi di una architettura cibernetica tale da garantire sicurezza ai nostri sistemi informatici. Sarà forse una coincidenza che ci troviamo a parlare e decidere su questa materia quando il Ced della Regione Lazio è stato oggetto di un cyber attacco. Ma il punto è che ben prima che fosse inserito all’interno del Pnrr il tema della transizione digitale, FdI aveva chiesto che ci si occupasse e si provvedesse a rendere resilienti le Reti”. “L’hackeraggio, la manipolazione harward e software, lo spionaggio informatico sono una sfida sistemica, geopolitica e geostrategica e la risposta non può essere un carrozzone politicizzato’ ma un’Agenzia pubblica, competente e dinamica. Il quinto dominio, quello cyber, è diventato un teatro operativo e la cybersicurezza deve essere trattata come un asset fondamentale per la sicurezza e l’interesse nazionale”.
La senatrice Rauti, durante la 354ª Seduta Pubblica, riguardante la dichiarazione di voto sul DL recante disposizioni urgenti in materia di cybersicurezza, definizione dell’architettura nazionale di cybersicurezza e istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, è intervenuta
Riportiamo per intero la sua allocuzione:
“Signor Presidente, colleghi, Governo, quando si dice il caso o il destino, perché è singolare che noi oggi affrontiamo un provvedimento sull’architettura nazionale, sulla cybersicurezza e sull’istituzione dell’Agenzia per la sicurezza nazionale e la coincidenza vuole che questo accada dopo un attacco cyber al Centro elaborazione dati del Lazio, un attacco che ha mandato in tilt la sanità del Lazio. Partiamo dalla cronaca per andare oltre: voglio sottolineare che fino al 13 agosto non si potranno prenotare altri vaccini negli hub del Lazio, mentre la mannaia del green pass del 6 agosto è davanti a noi e si sta per abbattere su tutti quelli che sono in partenza e non sappiamo se è solo l’inizio.
Basta leggere i giornali di oggi: la paura, il silenzio, l’idea che ci sia un ricatto. Insomma, non sappiamo se è solo l’inizio, se questo attacco vuole arrivare ad altro, vuole colpire altri obiettivi più ampi o se è la sanità il vero obiettivo: chi lo sa.
Sicuramente la situazione è seria – non da oggi – ed è necessaria – non da oggi – l’istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza.
Noi di Fratelli d’Italia siano consapevoli che ciò rappresenti solo il primo passo e da tre anni – sia alla Camera dei deputati, che al Senato – con tutti gli strumenti a disposizione, abbiamo chiesto l’istituzione di quest’Agenzia, oltre a una strategia organica sulla cybersecurity e a un rafforzamento cibernetico in vari settori (sanitario, produttivo, industriale e della pubblica amministrazione) anche per i singoli cittadini, che sono tutti utenti del cyberspazio.
Pertanto, molto prima che nel contesto del PNRR (n.d.r. Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) si inserisse il tema della transizione digitale, Fratelli d’Italia chiedeva, con tutti gli strumenti a disposizione, l’istituzione dell’Agenzia e sottolineava la necessità di reti resilienti. Abbiamo denunciato più volte il ritardo accumulato su questo fronte e la necessità di una garanzia di sicurezza nazionale finalizzata a una sovranità digitale.
È dal settembre 2020 che il Governo ha assunto un impegno che non ha mantenuto. Ci siamo trascinati fin qui con un ritardo colpevole, ingiustificabile e grave, anche perché – come è noto – con la crescita delle reti sono aumentati anche i rischi delle violazioni e quindi il dominio cyber (la cosiddetta quinta dimensione) è diventato la nuova frontiera e la linea di confronto a livello geopolitico.
Cari colleghi, non vi sfuggirà che esplorare lo spazio cibernetico significa entrare in un teatro operativo. Dopo i domini tradizionali di aria, terra e mare si sono aggiunti il quarto dominio dello spazio e il quinto del cyber, che decide della sicurezza globale.
Non è un caso se nell’ultimo vertice NATO, in cui è stata approvata la nuova cyber defense policy, la minaccia cibernetica è stata equiparata ad altre tipologie di attacco sufficienti per attivare il famoso articolo 5 del Trattato, che coinvolge anche gli altri Paesi alleati a intervenire.
È evidente a tutti che siamo in un mondo sempre più interconnesso non soltanto a causa della pandemia e che questo aumento determina un’impennata dei rischi di hackeraggio e una minaccia di attacchi cyber sempre più sofisticati e con vari obiettivi, come sottrarre dati per fini predatori e rubare la proprietà intellettuale e l’identità, ma anche – attenzione – obiettivi molto più ambiziosi come, per esempio, manipolare informazioni, danneggiare infrastrutture e bloccare erogazioni di servizio, per non parlare del proselitismo dei radicali violenti che si fa online e dello spionaggio industriale e militare. Questa è la vera trincea.
Evidentemente non è bastato quanto contenuto nella Relazione annuale dei nostri servizi, in cui si è sottolineata la criticità nella sicurezza informatica. Sono ormai note la vulnerabilità e la permeabilità delle reti e quando si diceva ciò contestualmente aumentavano gli attacchi cyber in termini sia qualitativi, che quantitativi.
Ricordo anche l’allarme lanciato, non da ultimo, dal ministro Colao, che ha detto che oltre il 95 per cento dei server della pubblica amministrazione è obsoleto e a rischio. Ripeto, oltre il 95 per cento. C’è stata anche un impennata di attacchi tra il 2009 e il 2020. Ma chi li conta? Li ha contati il Governo? No.
Oggi tutti piangiamo per quanto è successo ai danni della Regione Lazio, ma ci pare un po’ tardi stracciarsi le vesti perché il tema della sicurezza nazionale non nasce oggi, ma è un’emergenza che si è imposta da tempo. L’Agenzia dedicata era una necessità e un’opportunità ineludibile che arriva in ritardo. Ripeto: si tratta di niente di più opportuno e niente di più tardivo.
Questo è il punto. È questa la colpa che vi imputiamo oggi, perché i Governi ci hanno portato fin qui e non ci potete accusare di ostruzionismo. Siamo stati collaborativi e propositivi – sono appena stati accolti più di dieci ordini del giorno di Fratelli d’Italia – però è imperdonabile il ritardo colpevole con il quale nasce l’Agenzia.
Perché questo ritardo? Qualcosa la voglio e la devo ricordare a chi magari ha la memoria corta. Oggi infatti tutti prendiamo consapevolezza che c’è un rischio cyber, ma lo sapevamo già e lo sapevamo bene.
Voglio rammentare che la direttiva europea è del 2016 e che nel 2017 l’Italia annunciò l’istituzione dell’Agenzia, che però non ci fu. Voglio sottolineare che nella bozza della legge di bilancio comparve a un certo punto l’Agenzia, che poi nella versione definitiva è scomparsa. Ricordate che interrogammo anche il ministro competente? Ricordate che questo argomento è stato uno dei tre cardini su cui è caduto il governo Conte II? Memoria corta, memoria corta, ma noi ve la rinfreschiamo, perché il ritardo è vostro ed è una colpa grave, soprattutto oggi.
Questi ritardi sono vostri, sono una responsabilità, perché stiamo parlando di attacchi che possono comportare il collasso di un sistema, stiamo parlando della nuova sfida sistemica e di asset fondamentali. Qui la sfida non è soltanto quella della prenotazione dei vaccini, pur importantissima; qui la sfida è geopolitica, è geostrategica.
Cari colleghi, caro rappresentante del Governo, la nostra astensione è dunque una lezione al vostro ritardo colpevole, non è certo mettere in dubbio la validità, la necessità, l’urgenza e l’importanza di questa Agenzia.
Attenzione, però, perché la sfida è alta e importante e non si risponde a una sfida strategica con un carrozzone politico. Quindi fate l’Agenzia, fatela subito, fatela bene, fatela funzionare. In ogni caso, il ritardo con il quale arriviamo oggi qui è vostro ed è una responsabilità da cui nessuno vi potrà assolvere”.

Maria Clara Mussa

[Fonte: www.cybernaua.it]

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