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Corriere.it – Da Pillon al cardinale Burke, la marcia (ferma) per la vita. E il centrodestra in piazza va all’attacco della legge Zan

Gasparri (FI): «L’esperienza umana ci dice che mamma e papà sono il luogo naturale in cui nasce la vita». Anche Salvini manda un messaggio. E ironizza: sempre che ora non sia vietato…

di Fabrizio Caccia

«Ogni vita è preziosa», «Il nemico dell’aborto è la conoscenza», «La vita inizia col concepimento». Ci sono cartelli così. La Marcia per la Vita in tempo di Covid, ai Fori imperiali, è in realtà un happening statico con 5 mila persone sotto a un grande palco. Il nemico di sempre, per tutti loro, è la legge 194. Quello di oggi si chiama ddl Zan. Dice il senatore leghista Simone Pillon, presente insieme ad altri esponenti del centrodestra, da Isabella Rauti (FdI) a Maurizio Gasparri (FI): «Sul ddl Zan (qui cosa prevede) la tensione ideologica dovrebbe lasciare spazio al buon senso. L’esperienza umana ci dice che mamma e papà sono il luogo naturale in cui nasce la vita. Il ddl Zan, invece, toglie identità maschile e femminile, mamma e papà, la bellezza della differenza fra maschi e femmine».

Un farmacista: «Mai dato la pillola del giorno dopo»
In piazza ci sono i preti e le suore della Famiglia del Verbo Incarnato, gli ambasciatori presso la Santa Sede di Polonia e Ungheria. E poi ginecologi e ostetrici obiettori dell’Aigoc. E un farmacista che dice: «In 60 anni non ho mai dato la pillola del giorno dopo». Confuso tra la folla anche Andrea Insabato, l’ex estremista di destra condannato per la bomba alla sede del quotidiano Il Manifesto nel dicembre 2000, che oggi è preoccupato dal calo demografico e vorrebbe «più aiuti e più soldi da uno Stato serio a chi fa figli: in Italia ci vorrebbero almeno 7-8-9 figli per famiglia».

Gasparri: «Si vuole stravolgere l’dentità di genere»
«Questa manifestazione — dice il senatore di FI, Maurizio Gasparri — cade in un momento di confronto sulla cosiddetta proposta Zan, che non si limita a punire più severamente i protagonisti di fatti di violenza, ma con gli articoli 1, 4 e 7 vuole stravolgere l’identità di genere delle persone, introdurre nuovi reati di opinione, stravolgere la vita della scuola perfino per i bambini di 6 o 7 anni. Chi vuole impedire un confronto in Parlamento su questa legge assume una posizione stalinista e intollerante». Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ci ha tenuto a mandare un messaggio «a meno che non ci sia un divieto nel ddl Zan», la chiosa ironica. Un messaggio, il suo, d’ispirazione sovranista: «Il presidente Trump, partecipando alla marcia per la vita di Washington del 2020, ha detto parole che vorrei fare mie: Insieme, dobbiamo proteggere, custodire e difendere la dignità e la santità di ogni vita umana».

«Combattiamo la legge 194 che ha ucciso sei milioni di innocenti»
Ed è impossibile non notare pure la presenza del cardinale americano Raymond Leo Burke, porporato ultraconservatore e tradizionalista, tra i quattro principali sottoscrittori dei dubia all’Amoris laetitia di papa Francesco. Burke benedice le giovani coppie che s’inginocchiano davanti a lui con i figli nel passeggino. Il cardinale è seduto accanto a Gianna Emanuela Molla, la donna a cui sua madre diede la luce, il 21 aprile 1962, portando a termine la gravidanza malgrado un fibroma all’utero. Gianna Beretta Molla morì 7 giorni dopo. Il 16 maggio 2004 papa Giovanni Paolo II l’ha proclamata santa. Dal palco la presidente della manifestazione, Virginia Coda Nunziante, chiude così: «La sostanza della Marcia, fin dalla sua prima edizione, nel 2011, è affermare che la vita è un dono indisponibile di Dio, perciò combattiamo l’iniqua legge 194 che ha legalizzato l’uccisione in Italia di oltre sei milioni di innocenti. O la società si converte o andrà verso un inesorabile declino».

[Fonte: www.corriere.it]

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