Percorso:

355ª Seduta Pubblica – Dichiarazione di voto sulla discussione delle relazioni relative alle missioni militari internazionali per gli anni 2020 e 2021

Resoconto stenografico in corso di seduta

RAUTI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, Fratelli d’Italia ha sempre votato a favore delle missioni internazionali e sarà sempre al fianco delle nostre Forze armate impegnate sia in Patria che all’estero. Pertanto neanche questa volta faremo mancare il nostro voto favorevole, ma diciamo con convinzione basta ai ritardi con cui le delibere governative su questa materia vengono trasmesse al Parlamento e alle Commissioni che non hanno neanche il tempo di effettuare le valutazioni del caso. Lo dico perché questa è una mancanza di rispetto che produce una schizofrenia e un’afasia gravi, per cui noi discutiamo provvedimenti che si sono conclusi, missioni che si sono svolte, che sono finite. Insomma, la nostra è un’approvazione ex post, alla quale diciamo basta. È da tempo che Fratelli d’Italia richiede che su questa materia ci siano tempi puntuali e adeguati a confrontarsi sulle scelte di politica estera, per fare un punto politico sulle missioni effettuate e anche sugli scenari più critici e anche così mutevoli.

Tornando alla schizofrenia nella quale tutto questo accade, desidero anch’io citare la questione dell’Afghanistan. Noi oggi approviamo una missione che si è conclusa con il ritiro del nostro contingente e mentre in questa sede noi discutiamo una missione che è giunta al termine i talebani stanno riconquistando il Paese pezzo per pezzo (Applausi), molto prima e purtroppo molto più facilmente di quanto si potesse immaginare. E allora questa non è soltanto schizofrenia, ma anche senso di impotenza. Per questo vorrei ripetere anch’io, come hanno detto il collega Malan ed altri senatori, che abbiamo appreso di questo ritiro dai media, non essendoci stato un vero passaggio parlamentare su questo tema.

Inoltre anche io devo sottolineare con tristezza che nessuna autorità politica istituzionale ha accolto la Brigata Folgore, che è stata l’ultimo pezzo del contingente a rientrare insieme alla bandiera di guerra del 186° reggimento, e non mi si venga a parlare della pandemia, perché aspettiamo ancora la data di accoglienza che era indicata dopo la quarantena, che è passata.

Sottosegretario Della Vedova, chiedo la sua attenzione perché lei ha fatto un passaggio molto importante su un tema che Fratelli d’Italia tra i primi ha denunciato con le sue interrogazioni, ovvero il rientro degli interpreti, delle loro famiglie, di coloro che hanno collaborato. Lei ha parlato di 228 rientri. Sono contenta perché a noi ne risultavano 182; è meglio così; ci preoccupa invece il fatto che ha detto che circa 400 cittadini afghani torneranno nel tempo, ma forse questo tempo potrebbe non esserci. Io mi permetto di approfittare di questa circostanza perché vorrei che oggi in questa sede lei prendesse un impegno.

Voglio citare un caso per tutti – a lei sicuramente noto – riguardante Suraya Pakzad, un’attivista dei diritti umani e delle donne che, di nascosto dai talebani, faceva studiare le bambine. Ha chiesto, senza ottenerlo, il visto per venire in Italia insieme alla sua famiglia e ai suoi sei figli e rischia la vita non domani o dopodomani, ma oggi. Quest’attivista è il simbolo che dimostra che dobbiamo fare di più per far rientrare chi ci ha aiutato e collaborato con noi a costruire la pace.

Proseguo tralasciando alcuni aspetti, visto che i nodi sono tanti quando si parla di missioni. Penso, per esempio, al rapporto ormai critico che abbiamo con gli Emirati Arabi Uniti. Si fa finta di niente e si continua a nascondere la testa sotto la sabbia. Abbiamo anche interrogato i Ministri competenti perché ci risulta – ed è noto – che siamo stati sloggiati dalla nostra base aerea di Al Minhad. Senza tanti complimenti, ci hanno mandato via e il 2 luglio abbiamo dovuto sbaraccare in fretta e furia. Naturalmente ci sono dei retroscena (si tratta di una ritorsione e ci sono questioni commerciali, non siamo stupidi), ma, proprio per questo, vorremmo sapere e capire. Fino ad ora non abbiamo avuto le risposte che ci aspettavamo.

Non abbiamo delle risposte neanche sul comando Irini, che ha atteso i visti per entrare a Tripoli. Probabilmente in Libia non ci vogliono e si preferiscono altre pressioni straniere extra-europee (penso alla Russia e, con preoccupazione maggiore, alla Turchia). Su Irini abbiamo la nostra posizione, perché vorremmo che l’operazione si rafforzasse e ampliasse, in quanto potrebbe essere una forza di controllo su tutta la rotta centrale del Mediterraneo, anche per prevenire il traffico di esseri umani ad opera degli scafisti.

Ci sono tanti nodi che passano attraverso le autorizzazioni che diamo ex post – lo ripeto – alle nostre missioni internazionali. C’è anche la questione controversa della scheda 48, relativa all’addestramento della guardia costiera libica. Cerchiamo di non fare un dibattito ideologico su questo tema.

Inoltre, da esponente dell’opposizione, consentitemi di dire che la maggioranza non deve portare in Commissione e in Aula le sue contraddizioni interne, perché quello che abbiamo visto in entrambe le sedi non è accettabile. Avete delle posizioni diverse in politica estera e siete divisi, ma questo non può ricadere sulle scelte che assumiamo e soprattutto sulle garanzie che dobbiamo ai nostri militari.

Penso anche alle nuove missioni, come quella nello Stretto di Hormuz, dove forse la fregata della Marina militare, visti i rapporti con gli Emirati, non potrà neanche arrivare.

Mi avvio a concludere perché, purtroppo, ho esaurito il tempo a mia disposizione. Le questioni e i nodi sono tanti e proprio per questo sarebbe necessario un bel confronto parlamentare serio e non viziato, così da dare garanzie ai nostri militari. Questo è uno dei motivi per cui il nostro voto sarà a favore; lo facciamo più per loro, che per la condotta e la politica estera di questo Governo e di quelli che si sono succeduti in questa legislatura. Saremo sempre a favore delle nostre Forze armate perché le apprezziamo e ne conosciamo l’impegno, la capacità di costruttori e portatori di pace, nonché di cooperazione civile e militare. (Applausi).

Quando andiamo in missione portiamo l’identità mediterranea, europea e italiana e la facciamo conoscere e apprezzare al resto del mondo. Nessuno ha mai potuto parlare male dei nostri contingenti e mai nessuno dei nostri militari si è macchiato di alcunché, se non di impegno, passione e coraggio.

Pensando al Mediterraneo, quello che Braudel chiamava il continente liquido, dobbiamo dire che è lì che si gioca tutto; quello che sembra lontano in realtà ci riguarda.

Quello che facciamo in missione tiene lontano dalle nostre case la minaccia terroristica e oggi più che mai questo è fondamentale. Parlavamo ieri di sfide della cybersecurity.

Con le nostre missioni, come dicevo, portiamo una vocazione mediterranea, una identità precisa e una volontà di essere costruttori di pace. Vorrei che la politica estera del Governo avesse una postura credibile, coerente, lineare, in grado di onorare gli impegni presi. Vorrei semplicemente che la politica estera del Governo fosse all’altezza dei nostri militari (Applausi), che sono sempre all’altezza delle divise che indossano e degli impegni che assumono. (Applausi).

[Fonte: www.senato.it]

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