Percorso:

252ª Seduta Pubblica – Intervento in Discussione su calendario Aula. Comunicazioni Presidente Conte

Resoconto stenografico in corso di seduta

RAUTI (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. (Commenti del senatore Ciampolillo). Scusi, lei adesso si sieda e permetta agli altri di parlare. Ha già parlato. Non capisco la polemica fuori microfono.

Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, colleghi, Governo, la Conferenza dei Capigruppo svoltasi ieri ha sciolto molti nodi importanti, ma – come si è già potuto percepire dagli interventi che mi hanno preceduto – quella di oggi non è soltanto una discussione sul calendario; non è soltanto la discussione – sia pure importante e ci arriverò – su cosa mettere all’ordine del giorno della settimana prossima; non è soltanto, anche se importante, una discussione su quando collocare il voto di fiducia, ma è ad ogni evidenza una discussione di carattere politico.

Prima di affrontare il nodo politico che riguarda la giornata di oggi, voglio immediatamente dire quali sono le proposte di modifica di Fratelli d’Italia per quanto riguarda il calendario. E poi le sosterrò con un ragionamento politico che appunto nasce e riguarda la giornata di oggi.

Fratelli d’Italia chiede che il presidente Conte venga in Aula per delle comunicazioni – come già previsto prima della sospensione estiva dell’attività del Parlamento – a rispondere all’Assemblea e al Paese in ordine alle innumerevoli questioni e domande che, nel frattempo, si sono aggiunte a quelle rimaste senza risposta prima della sospensione dei lavori. (Applausi).

Vengo alla seconda richiesta. Ieri nella Conferenza dei Capigruppo abbiamo discusso del voto di fiducia. C’è stato un momento in cui il Ministro per i rapporti con il Parlamento aveva indicato la giornata di domani come quella in cui richiedere il voto di fiducia; poi si è slittati a venerdì.

C’è una considerazione da fare: troppe volte siamo stati in quest’Aula in attesa di provvedimenti che non arrivavano, vanificando il tempo in essa trascorso. C’è da aggiungere che qui si tratta non di un semplice venerdì in cui i parlamentari tornano a casa, ma di un venerdì di campagna elettorale in sette Regioni e in 1.000 Comuni che vanno al voto. Ognuno di noi non deve tornare a casa, ma deve raggiungere i territori di campagna elettorale. E allora sarebbe stato molto più saggio e opportuno indicare con precisione i termini di presentazione della richiesta del voto di fiducia e la sua celebrazione, o rinviare direttamente a lunedì il voto di fiducia.

La nostra richiesta, come quella dei colleghi dell’opposizione, è dunque quella di spostare il voto di fiducia indicato per venerdì.

Vengo all’ultima richiesta e poi entrerò nel merito. Fratelli d’Italia per la settimana prossima ha già richiesto che venga calendarizzato anche il disegno di legge per l’istituzione della giornata delle vittime di errori giudiziari, che non è questione di poco conto e non sfuggirà a nessuno la sua nevralgica importanza. E chiediamo altresì che venga inserito, sempre nel calendario dei lavori della prossima settimana, il disegno di legge per la destinazione del 5 per mille alle Forze dell’ordine e ai Vigili del fuoco (Applausi), provvedimento già approvato nel giugno scorso. Mi piacerebbe molto entrare nel merito di questo punto, perché non sfugge a nessuno che si tratta di una platea ampia e di un diritto.

Voglio però arrivare alla questione politica di oggi. Le discussioni accalorate, mie e degli altri colleghi, non rappresentano il manierismo delle opposizioni che a tutti i costi vogliono discutere su tutto. No: noi stiamo rivendicando un diritto. Era stato stabilito, infatti, che il Presidente del Consiglio venisse in Aula per fare delle comunicazioni. Questo era stabilito nel calendario di questa settimana, che è stato derubricato e modificato, indicando nella figura del ministro Speranza colui che è stato designato a tenere le comunicazioni in Assemblea. Sostanzialmente il presidente Conte non verrà, non rispetterà l’impegno preso, non lo ascolteremo in quest’Aula.

Voglio dire allora, insistendo nella nostra richiesta, comune alle opposizioni, che il presidente Conte venga in Assemblea, perché tali comunicazioni… (Commenti della senatrice De Petris). Collega De Petris…

PRESIDENTE. Vada avanti.

RAUTI (FdI). Le comunicazioni del Presidente del Consiglio sono attese non solo da quest’Assemblea, ma dal Paese intero. Vi siete accorti che si è interrotta la comunicazione tra il Governo e il Paese? (Applausi). Il presidente Conte sa che milioni di famiglie vogliono sapere come i figli andranno a scuola, quando, per quanto tempo (chiudendo per i seggi elettorali), su quali autobus, con quanti congiunti improvvisati, quante ore faranno, dove mangeranno, se andranno in palestra? Vi rendete conto che dietro ogni alunno ci sono famiglie, ci sono genitori che devono tornare al lavoro, ci sono baby-sitter da contrattualizzare? Vi rendete conto che ci sono ragazzi che devono iniziare i primi cicli del liceo e delle medie, e bambini che andranno in prima elementare? Stiamo mandando in prima elementare dei bambini che sono stati a casa mesi e non sono stati prescolarizzati. Vogliamo considerare l’ingresso in prima elementare come un momento delicato?

Rispetto a queste domande di comune buon senso, quali sono le risposte? L’inizio della scuola ha preso il Governo alla sprovvista come se fosse una calamità naturale.

L’inizio della scuola era un fatto prevedibile e previsto rispetto al quale il Governo si è dimostrato totalmente inadeguato. Ci avete detto che avreste trovato sedi per i seggi elettorali; poi ci avete detto che non le avete trovate; ci avete parlato di banchi di legno da dividere in due, e poi sono arrivati quelli con le rotelle. Abbiamo messo l’Esercito a scaricare i banchi delle scuole come se fosse un’emergenza naturale. (Applausi). Ma quale emergenza? La scuola cominciava: lo dovevate sapere e vi dovevate organizzare.

E allora scuole, trasporti, impennata di contagi, contagi di ritorno, ritardi sui tamponi: insomma si tratta di innumerevoli questioni e di domande che pone il Paese prima dell’Aula; domande che aspettano una risposta perché dalle relative decisioni, dalle decisioni che il Governo non prende e non comunica, dipende la vita quotidiana delle persone.

Riteniamo quindi che l’assenza di oggi del Presidente del Consiglio sia una mancanza di responsabilità. Riteniamo la sua assenza una fuga, anche perché non è una questione di impegni. Questa assenza si contestualizza con tutto il resto; si contestualizza con quanto è accaduto ieri alla Camera, con la dittatura sanitaria con la quale si prolungano i termini dell’emergenza; si contestualizza con la richiesta continua di voti di fiducia: ieri sul decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, venerdì sul decreto semplificazioni.

In conclusione, Presidente, se noi contestualizziamo l’assenza di risposte con il modo di procedere del Governo, privo di un metodo politico razionale e anche di comune buon senso, resta da dire che il Governo e il Presidente si nascondono al Parlamento e al Paese; non ci dicono – per esempio – qualcosa sul famoso report, già noto a febbraio e di cui il Governo non ha dato contezza. Fratelli d’Italia ha chiesto la pubblicazione del cento per cento dei testi in possesso della Presidenza del Consiglio dei ministri, relativi a tutto quanto ha riguardato l’emergenza Covid e al suo passaggio dall’epidemia alla pandemia. Bisogna fare chiarezza. I cittadini italiani hanno diritto di sapere e bisogna cominciare a rispondere in Aula e non nascondersi.

L’assenza del Presidente conferma ulteriormente che, dopo aver ascoltato tante, troppe non verità, adesso siamo alla fuga rispetto alle responsabilità, davanti a un Paese in ginocchio dal punto di vista economico per la pandemia e lungamente provato. (Applausi).

[Fonte: www.senato.it]

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