Percorso:

222ª Seduta Pubblica – Sospensiva per la ratifica ed esecuzione dell’Accordo di cooperazione in materia di istruzione, università e ricerca scientifica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar

Resoconto stenografico in corso di seduta

RAUTI (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo brusio in Aula circonda spesso i nostri dibattiti e i nostri incontri intorno ai temi delle ratifiche di accordi internazionali. Non è la prima volta che discutiamo di accordi internazionali, ma lo facciamo – lasciatemelo dire – con questo atteggiamento un po’ distratto, con questo chiacchiericcio di fondo e con un po’ di disattenzione, in un clima che vorrei definire (pregando i colleghi di fare silenzio e di prestare attenzione) di unanimismo che spesso circonda queste scelte. Non è l’unanimismo un valore aggiunto della politica del confronto e del dibattito, piuttosto è una superficialità, una disattenzione, quando non addirittura, in alcuni casi, una vera e propria ipocrisia.

Vengo al merito della ratifica in oggetto, che – com’è stato anticipato – Fratelli d’Italia non condivide, non sottoscrive e ne chiede addirittura la sospensiva. Con questo intervento non solo vogliamo spezzare questo clima – che non ci piace in questo caso – di unanimismo, ma vogliamo attirare l’attenzione (perché ce n’è bisogno) sul perché questo accordo non deve essere ratificato. Naturalmente conosciamo molto bene gli importanti legami che esistono tra l’Italia e il Qatar: sono legami di carattere economico e legati all’industria militare e non sfugge a nessuno che nell’ultimo anno e mezzo tali rapporti si sono infittiti con un susseguirsi di visite ufficiali e – lo sottolineo – anche non ufficiali, ma comunque importanti, tutti ad omaggiare l’emiro al-Thani. Molte visite sono state anche restituite.

Insomma, questo emirato affacciato sul golfo Arabico naturalmente attira molte attenzioni, nonostante la vicinanza ai Fratelli musulmani (questo dovremmo ricordarlo a chi ci va in pellegrinaggio) e nonostante la predilezione dell’emirato per l’integralismo più estremo. E anche quelle visite fatte invece da esponenti o dall’emiro stesso del Qatar in Italia non ci debbono piacere quando si rivelano – e si sono rivelate – uno shopping da supermercato, perché si viene in Italia non a finanziare la charity, ma a comprare interi immobili di lusso e non solo immobili.

Penso, per esempio, all’aver rilevato il 49 per cento della compagnia aerea Meridiana; penso all’Excelsior Hotel Gallia di Milano, al Four Seasons Hotel di Firenze o ad alcuni alberghi della Costa Smeralda, alla Maison Valentino. Per non parlare – e non voglio – degli interessi legati al settore del calcio, anche in vista dei mondiali 2020, e ad altre questioni di cui parlerò dopo. Quindi, shopping da supermercato e profitto economico al massimo livello. Questo, naturalmente, a vantaggio dei fondi di investimento del Qatar.

Quindi, scambi assidui di visite non casuali perché la regia è quella di trarre maggiore profitto, anche perché non sfuggirà a nessuno che oltre l’80 per cento dell’esportazione  qatariota in Italia ruota intorno a gas liquefatto, che poi viene trattato in Italia, di aziende che, però – guarda caso – sono di comproprietà della Qatar Petroleum. E potremmo continuare. Ma veniamo ad altri punti.

Ci potreste anche obiettare che il Qatar – durante la pandemia – ci ha regalato ben 260 tonnellate di beni, ma questa non è solidarietà. È sempre tutela di quell’interesse primario che dicevo prima. E non ci convince – anzi, tutt’altro – il contenuto di questo accordo in cui si parla di università, di ricerca scientifica, di formazione. Ebbene, colleghi – ve lo voglio dire con sentimento – non regge; non può reggere questa cornice così civile di università, di formazione e di ricerca scientifica; e sapete perché? Perché non si fanno accordi, perché nessun accordo è possibile, per quanto riguarda Fratelli d’Italia, con chi nel nostro Paese viene a fare la spesa da supermercato. Non solo.

Voglio citare un dossier, non di Fratelli d’Italia ma di due giornalisti francesi, il famigerato «Qatar papers», che ci racconta con dettaglio – parlo del 2014 – di ben 71 milioni di euro per costruire circa 113 centri di preghiera islamica in tutta Europa tramite la Qatar charity. Vengono a islamizzare l’Europa e l’Italia sotto la copertura della charity quando tutti noi, quindi anche voi, sappiamo benissimo cosa si nasconde dietro tutto questo.

Perché, allora, volete chiudere gli occhi quando tutto questo è di estrema evidenza? Al di là di alcuni leciti accordi di carattere energetico e militare, non dovete chiudere gli occhi, non dobbiamo, non possiamo chiudere gli occhi dietro agli interessi del petrodollaro che serve per islamizzare il nostro Paese e per favorire – lo vogliamo dire con chiarezza – la pericolosa deriva dell’estremismo radicale islamico, che viene favorita da questo Paese.

Fratelli d’Italia non fa e non farà mai accordi con chi conserva il reato di apostasia e di blasfemia. Fratelli d’Italia non fa accordi con chi perseguita i fratelli cristiani. Fratelli d’Italia non fa accordi con chi perseguita ogni minoranza religiosa nel Paese. E poi, voglio dirlo, Fratelli d’Italia – ma credo che nessuno dovrebbe – non fa accordi con chi impone la supremazia della sharia, con chi impone un diritto consuetudinario incivile.

Proprio perché l’accordo prevede aspetti culturali, Fratelli d’Italia difende il patrimonio confessionale italiano ed europeo; Fratelli d’Italia difende l’identità culturale italiana ed europea, il nostro percorso storico. Fratelli d’Italia non fa accordi – e non dovrebbe farne nessuno – con chi contraddice i diritti umani.

Ribadisco quanto ha già detto il mio collega Fazzolari: come fate ad accettare un accordo con un Paese che viola sistematicamente i diritti umani?

E ancora – non lo dico solo alle colleghe – viola anche i diritti delle donne, che sono a tutti gli effetti diritti umani. Questo radicalismo religioso, questo diritto consuetudinario, questa prevalenza della sharia non vi fanno orrore? Non fanno orrore a tutti quelli come noi, che insegnano alle proprie figlie e alle proprie sorelle ad essere rispettate? Colleghe, ognuna di noi è impegnata o lo è stata in organismi di parità, a livello istituzionale, regionale e nazionale. Dunque mi chiedo: cosa ci sforziamo a fare qui, in favore delle donne, se poi mandiamo le nostre figlie a studiare in un luogo in cui per l’adulterio è prevista la pena di cento frustate, secondo l’articolo 88 del loro codice, e in cui ci sono le donne velate, che vengono nascoste al mondo e a cui il mondo viene nascosto.

Signor Presidente, mi lasci un solo minuto per concludere. È inutile fare retorica sui diritti delle donne e poi accettare di fare accordi con chi – è vero – le fa votare e le fa eleggere, ma non le fa partecipare a nessun evento sociale e le tiene segregate, divise nelle scuole e separate dagli elementi maschili. Colleghi, veramente non vi capisco, col cuore e col cervello, e non capisco come si possa sottoscrivere un Accordo con un Paese, in cui le turiste violentate che denunciano le violenze subite vengono arrestate, in cui le lavoratrici domestiche straniere sono sfruttate: andate a leggere i rapporti di Amnesty International – io l’ho fatto – sulla vita delle lavoratrici domestiche straniere, senza nessun diritto. È troppo facile difendere i diritti qui e consentire che vengano violati altrove.

PRESIDENTE. La invito a concludere, senatrice Rauti.

RAUTI (FdI). Se devo scegliere, come la ratifica dell’Accordo al nostro esame ci impone di fare, non scelgo l’integralismo estremo, ma l’integrità dei diritti umani e della nostra civiltà millenaria. (Applausi).

[Fonte: www.senato.it]

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