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19ª Seduta Pubblica – Esame Mozione N.3, Bonino ed altri, istituzione di una Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani

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RESOCONTO STENOGRAFICO

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Rauti. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, il Gruppo Fratelli d’Italia, per la sua visione della vita e del mondo e per la vocazione storicamente sociale della sua politica, non potrebbe non condividere la pratica e il concetto di tutela e di promozione dei diritti umani fondamentali. Fratelli d’Italia sostiene che sia necessaria una Commissione straordinaria quale quella oggetto della mozione in discussione, anzi proponiamo una interpretazione che io definirei estensiva nei temi d’interesse; non crediamo invece che serva una Commissione per come è stata utilizzata e ha svolto fin qui alcune sue attività.

La prima eccezione che poniamo non è quindi nel merito, anche se, come spiegheremo, la Commissione ha dimenticato e penalizzato alcuni temi d’interesse cruciale e alcuni diritti fondamentali, come vedremo; si tratta quindi di diritti negati. Tuttavia la prima obiezione che facciamo è nel metodo, per un deficit registrato nelle precedenti esperienze di una Commissione che è stata istituita nella XIV legislatura ed è rimasta attiva fino alla XVII legislatura. Facciamo quindi un passo indietro per cercare poi di fare un passo avanti.

Parlo di un passo indietro perché in particolare la Commissione che ha operato nella XVII legislatura, come si evince dalla relazione sulle attività svolte che ho letto (si tratta di circa 90 pagine), ci restituisce un quadro che genera un sospetto – perdonatemi – circa un utilizzo politico della Commissione, se non addirittura in alcuni passaggi una strumentalizzazione politica in materia di diritti umani, come se esistesse una sorta di copyright sui diritti umani, naturalmente invisibile ma solido, da parte delle forze della sinistra. La relazione racconta che tra le attività svolte ricorrono, tra le altre, la questione della pena di morte nel mondo, la tutela dei diritti fondamentali del fanciullo, il cyberbullismo, la lotta alla tratta degli esseri umani, la battaglia contro le discriminazioni, l’omofobia, la xenofobia. Desidero fare solo qualche specificazione, perché è utile: quattro pagine sono dedicate alle missioni della Commissione, cinque a rom, sinti e camminanti, otto pagine alle questioni carcerarie. A quest’ultimo proposito, desidero fare un apprezzabile riferimento al problema delle detenute madri e denunciare la deprecabile assenza del tema delle condizioni in cui opera ogni giorno la polizia penitenziaria nelle nostre carceri. (Applausi dai Gruppi FdI, FI-BP, L-SP).

Ancora, cinque pagine a casi di specie esemplificativi di violazione diritti umani, nove pagine all’impegno internazionale e una parte sull’introduzione del reato di tortura. Niente sulle aggressioni subite dalle Forze dell’ordine e dalle succitate forze di polizia penitenziaria. (Applausi dai Gruppi FdI, FI-BP e L-SP).

Ma andiamo avanti. Dunque, se il quadro normativo di riferimento che la mozione indica – che, com’è stato ricordato, è costituito dalle Convenzioni che ci sono, dal 1948 fino al 1984 – disegna un perimetro legislativo necessario, che noi condividiamo perché si tratta di un dato oggettivo, ci sono tuttavia delle criticità come la sovrapposizione di attribuzioni con strutture italiane e sovranazionali, ma soprattutto mancano – e qui viene la parte per così dire delicata del mio intervento – alcuni temi fondamentali. Queste lacune sono prodotte, a nostro avviso, dalla succitata strumentalizzazione politica del tema dei diritti umani e da un’ottica quasi deformata e deformante con cui guardarli, affrontarli, promuoverli e tutelarli.

Proprio in termini di diritti – devo fare degli esempi – manca qualunque riferimento ai diritti del nascituro, il diritto primario. Manca – e lo dobbiamo sottolineare, come ha fatto già il collega Marsilio – qualsiasi riferimento alla maternità surrogata. Bisogna infatti fare attenzione perché, al di là di come la si pensi, si tratta di una pratica che sfrutta il corpo delle donne e che genera anche la più odiosa delle discriminazioni, quella dei ricchi contro i poveri, di quelli cioè che si possono permettere di affittare l’utero di una donna povera contro quelli che non possono. (Applausi dai Gruppi FdI, FI-BP e L-SP). Si tratta dunque di una pratica da vietare, a nostro avviso, come criminale mercificazione, come reato.

Manca ancora completamente il diritto alla libertà religiosa e di culto perché manca completamente nelle attività svolte il riconoscimento delle persecuzioni dei cristiani nel mondo, contro i sacerdoti, contro i fedeli e contro le chiese. Non c’è percezione del clima di intolleranza e di odio che esiste nel mondo contro la fede cristiana.

Sono state date delle cifre, non le ripeterò, ma voglio ricordare le persecuzioni delle minoranze. Boko Haram stermina la minoranza cristiana in Nigeria. Ricordo anche le uccisioni in Siria e in Iraq totalmente dimenticate, bambini compresi e, ancora, l’esodo di quelle minoranze cristiane costrette a scappare. Insomma, un crimine contro l’umanità di cui non c’è traccia nelle attività della Commissione.

Noi pensiamo che sia invece necessario introdurre anche questo aspetto e dare centralità a questo tema perché, a differenza di altri, non accettiamo che in alcuni Paesi l’Islam perseguiti le religioni altrui, ammetta il reato di apostasia e la condanna a morte per chi lascia la fede musulmana. Noi stiamo parlando e vogliamo mettere al centro di questo dibattito il diritto alla libertà religiosa, diritto fondamentale, universale, inalienabile, connesso al diritto all’identità religiosa.

Voglio ricordare a me stessa e all’Assemblea solo un caso per i tanti silenti e dimenticati: mi riferisco al caso di Asia Bibi, la madre pachistina di quarantacinque anni che da 9 è detenuta in un carcere con l’accusa di blasfemia contro Maometto.

C’è poi un quarto grande assente, che è quello che più mi ha stupito nella lettura della relazione delle attività svolte: la questione delle violenze sulle donne. Fatta eccezione, infatti, per il capitolo sulle mutilazioni genitali femminili e per il capitoletto sulla tratta degli esseri umani per sfruttamento sessuale lavorativo, non c’è menzione, neanche nel quadro normativo – e non può essere una dimenticanza, ma una volontà – della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, Convenzione che il nostro Paese, l’Italia, è stato tra i primi a ratificare nel giugno 2013. (Commenti della senatrice Cirinnà). E, se nella relazione delle attività svolte – lo voglio dire, perché ci aiuta a contestualizzare – la parola «immigrazione» compare 28 volte, più 8 la parola «migranti», la parola «donna» e il riferimento ai suoi diritti compaiono solo 13 volte. Allo stesso modo manca un riferimento esplicito alla storica Conferenza di Pechino del 1995 che sancì finalmente e, una volta per tutte, che i diritti delle donne non sono diritti delle donne, ma sono diritti umani fondamentali e, quindi, centrali nella Commissione di cui discutiamo.

E non una parola – mi spiace, ma non l’ho trovata – sulle spose bambine e sui matrimoni forzati. (Applausi dai Gruppi FdI, FI-BP e L-SP). Non una parola sullo stupro utilizzato come tattica e come arma di guerra. Non una parola, ancora, su quelle donne lapidate per adulterio, quelle donne velate e invisibili che vengono lapidate per strada per adulterio. Non una parola sulle donne afgane cosiddette autoimmolate, quelle donne che si fanno torcia per sfuggire a violenze e soprusi. E potrei continuare: non una parola sul turismo sessuale, non una parola sulla pedopornografia, sullo sfruttamento delle bambine, sulla riduzione in schiavitù.

Vado a concludere, perché ho paura di non rientrare nei tempi.

Vedete, cari colleghi, non si vuole polemizzare, perché non si polemizza sui diritti umani; si vuole contribuire a estendere lo spettro di intervento e di attività della Commissione. E questo perché? Non solo per quella visione della vita e del mondo alla quale mi sono richiamata in apertura di questo mio e nostro intervento; ma perché per Fratelli d’Italia non esistono diritti di serie A e diritti di serie B. (Applausi dai Gruppi FdI, FI-BP e L-SP). Esiste il diritto ai diritti e deve esistere la garanzia di accesso paritario ai diritti sanciti e stabiliti a livello internazionale, senza dumping, senza esclusione e senza discriminazione. Nessuna esclusione è ammissibile. E allora Fratelli d’Italia chiede che la Commissione si estenda e si occupi in modo esplicito dei diritti del nascituro e della maternità surrogata come reato e che ci si impegni contro le persecuzioni dei cristiani nel mondo.

Fratelli d’Italia propone quindi un’interpretazione intensa ed estensiva del tema dei diritti umani e respinge ogni strumentalizzazione politica della dignità della persona, perché i diritti umani non sono negoziabili da nessuno. (Applausi dai Gruppi FdI, FI-BP e L-SP. Congratulazioni).

Appuntamento-10luglio

Resoconto stenografico della 19ª seduta pubblica del 10 luglio 2018
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Ordine del giorno
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