Percorso:

Secolo d’Italia – Rauti: “Fratelli d’Italia s’impegna a vietare la pratica dell’utero in affitto”

«I gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia di Camera e Senato sono impegnati nella battaglia contro la violazione delle norme sulla procreazione , come la pratica criminale dell’utero in affitto». Lo ha dichiarato Isabella Rauti nel corso della conferenza stampa in Senato, sulla presentazione di esposti alle Procure della Repubblica contro le iscrizioni anagrafiche di figli di “due padri” e “due madri” da parte di numerosi sindaci italiani, su iniziativa  della Fondazione CitizenGO Italia e dall’Associazione Generazione Famiglia.

Isabella Rauti annuncia l’iniziativa di FdI

«In entrambe le Camere – ha annunciato la senatrice di FdI – abbiamo presentato la medesima proposta di legge in materia di trascrizione di atti anagrafici di minori, figli di coppie dello stesso sesso ed oggi pomeriggio il question time ha visto impegnata l’onorevole Augusta Montaruli su questo tema.
Il quadro della situazione delle anagrafi e delle trascrizioni in Italia ha due risvolti : il vuoto normativo da un lato e dall’altro una violazione continua del diritto, delle leggi e delle norme in merito. La lacuna va colmata con strumenti puntuali e precisi, ricordando che non possiamo chiedere ai prefetti di intervenire , in assenza di norme precise , invocando l’annullamento gerarchico delle trascrizioni operate dai sindaci , nel loro ruolo di ufficiali di stato civile».

Rauti: “Utero in affitto va vietato senza distinguo”

«Inoltre – ha proseguito la Rauti – la pratica dell’utero in affitto va vietata, in quanto criminale mercificazione  del corpo delle donne nonché discrimine tra  i poveri ed i ricchi.
Una coppia con componenti dello stesso sesso non deve poter adottare un bambino. Non dobbiamo dare un bambino ad una famiglia, ma una famiglia ad un bambino, e la famiglia è composta da una madre e da un padre. Come fratelli d’Italia , porteremo  avanti questa battaglia in Parlamento ma anche fuori  dalle Aule parlamentari, insieme a quella società civile che si riconosce in questi  valori non negoziabili».

Questa voce è stata pubblicata in Rassegna stampa.