Percorso:

Mozione – Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00037 – Dibattito sulla migrazione

Atto n. 1-00037

Pubblicato il 19 settembre 2018, nella seduta n. 37

FAZZOLARI , MARSILIO , IANNONE , DE BERTOLDI , RAUTI , GARNERO SANTANCHE’ , RUSPANDINI , BALBONI , URSO , LA PIETRA

Il Senato,

premesso che:

il Consiglio europeo (a 27 Stati membri) riunitosi a Bruxelles il 27 e 28 giugno 2018 ha discusso temi inerenti alla sicurezza e alla difesa, all’occupazione, alla crescita e alla competitività, all’innovazione e al digitale, al quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 e alle relazioni esterne. Inoltre, è stato affrontato il dibattito sulla migrazione, argomento tra i più accesi e dibattuti degli ultimi mesi;

nel corso della relazione conclusiva, in tema di migrazione è stato fortemente ribadito che il buon funzionamento della politica dell’Unione europea si basa sulla giusta combinazione tra il controllo più efficace delle frontiere esterne della UE e il rafforzamento dell’azione esterna e la dimensione interna, in linea con i nostri principi e valori;

grazie ai controlli efficaci, posti sin dal 2015, alle frontiere esterne dell’Unione, in particolare nel Mediterraneo orientale e lungo la rotta balcanica, si è ottenuto un calo del 95 per cento del numero di attraversamenti illegali delle frontiere verso la UE, rispetto al picco registrato nell’ottobre 2015, anche se i flussi hanno ripreso a crescere di recente sulle rotte del Mediterraneo orientale e occidentale;

le conclusioni del Consiglio europeo hanno stabilito la volontà di un più efficace controllo delle frontiere esterne della UE, del contrasto all’immigrazione irregolare e del principio che chi entra illegalmente in uno Stato europeo debba essere trasferito in centri sorvegliati;

tutto ciò, se correttamente applicato, rappresenterebbe una svolta importante per l’Unione rispetto agli anni in cui prevalevano le posizioni pro immigrazione e a favore di una accoglienza indiscriminata;

nello specifico, nel documento finale del Consiglio europeo è stato stabilito che nel territorio della UE coloro che vengono salvati, a norma del diritto internazionale, dovrebbero essere presi in carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferiti in centri sorvegliati istituiti negli Stati membri, unicamente su base volontaria, dove un trattamento sicuro consentirebbe di distinguere i migranti irregolari, che sarebbero rimpatriati, dalle persone bisognose di protezione internazionale, cui si applicherebbe il principio di solidarietà;

coerentemente con quanto stabilito nel Consiglio europeo, altri Paesi hanno istituito centri sorvegliati e, in particolare, in Germania, una soluzione in merito ai centri sorvegliati e di ricollocazione è stata presa. Il Ministro dell’interno Horst Seehofer ha istituito i “centri di ancoraggio”, dove i migranti vengono detenuti fino a 18 mesi nell’attesa che la loro richiesta di asilo venga decisa. Il progetto pilota è partito a maggio in Baviera e sta andando avanti. Solo i migranti con buone possibilità di restare in Germania possono uscire dal centro, secondo le dichiarazioni del ministro;

in merito al caso della nave “Diciotti”, la portavoce della Commissione UE per la migrazione Tove Ernst il 6 settembre ha dichiarato che si può usare la detenzione per identificare i migranti ed evitare la fuga, ricordando che i migranti non hanno diritto di scegliere a quale Stato chiedere protezione internazionale. Quindi è preoccupazione condivisa, anche in altri Paesi UE, che si tratta di individui di cui non si hanno certezze in merito all’identità e che non possono essere lasciati completamente liberi di muoversi;

i centri sorvegliati nei quali gli immigrati illegali vengono trattenuti sono tenuti al rispetto della normativa degli Stati europei. È necessario stabilire regole precise e far valere in maniera stringente quelle già esistenti, soprattutto per chi entra illegalmente in uno Stato, anche se richiedente asilo e con la documentazione in regola per ottenerlo. Al momento dell’entrata illegale in uno Stato è necessario prendere tutte le opportune precauzioni e i necessari controlli per ovvie ragioni di sicurezza dello Stato di arrivo, non potendo passare il principio che a chi entra illegalmente in uno Stato europeo sia sufficiente dichiararsi richiedente asilo per non essere sottoposto ad alcuna forma di controllo o restrizione;

l’ingresso di immigrati illegali di cui spesso non si conoscono le generalità rappresenta un forte pericolo per la sicurezza degli Stati europei anche in virtù delle segnalazioni più volte pervenute dall’intelligence di altri Stati europei sulla possibilità di infiltrazioni terroristiche tra i migranti;

ad oggi il Governo italiano non ha istituito centri sorvegliati per immigrati illegali e pertanto, in virtù di questa mancanza, chi continua ad arrivare illegalmente in Italia, come nel caso degli immigrati della nave Diciotti (molti dei quali sono ancora irreperibili sul territorio nazionale), non sono trattenuti, ma vengono lasciati liberi di muoversi senza limitazioni di libertà sul territorio nazionale, non essendo sottoposti alla sorveglianza dello Stato,

impegna il Governo:

1) a promuovere iniziative urgenti, anche di carattere normativo, a garanzia della sicurezza pubblica sul territorio nazionale, con particolare riguardo alle comunità ove è maggiore la concentrazione di immigrati;

2) a predisporre iniziative atte a contenere ulteriormente la migrazione illegale su tutte le rotte esistenti ed emergenti, così come stabilito dal Consiglio europeo;

3) a dare immediata applicazione a quanto stabilito dal Consiglio europeo riunitosi il 28 e 29 giugno 2018 in tema di immigrazione, attivando immediatamente i centri sorvegliati per immigrati illegali dove trattenere chi entra illegalmente in Italia e dove valutare la domanda, al fine di essere sottoposti a tutti i controlli necessari in termini di sicurezza per il Paese di arrivo, rispettando il principio che, per chi entra illegalmente in uno Stato europeo, non è condizione sufficiente dichiararsi richiedente asilo per non essere sottoposto ad alcuna forma di controllo o restrizione.

[Fonte: www.senato.it]

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