Percorso:

la Voce di Mantova – Bibbiano, anche la Rauti chiede chiarezza: “Va fatta giustizia”

laVocediMantova11agosto2019

“Una ferita difficile da rimarginare, ma su cui va fatta giustizia”

di Matteo Vincenzi

MANTOVA – Ogni giorno l’inchiesta “Angeli e Demoni”, che sta facendo luce sullo scandalo dei bimbi affidati illecitamente , correlato al funzionamento dei servizi sociali della Val d’Enza si rinsangua di nuovi inquietanti elementi. Questo presunto sistema illecito di affidamenti dei minori, strappati alle loro famiglie naturali attraverso falsificazione di atti e deprecabili escamotage, ha sconvolto profondamente l’opinione pubblica. Fratelli d’Italia ha deciso di presentare in tutti i Comuni nei quali è presente una mozione suddivisa in otto punti a tutela dei bambini e contro gli affidi illeciti, affinché sindaci e assessori si attivino presso gli uffici competenti per conoscere con cadenza annuale, secondo criteri uniformi sul territorio nazionale ed attraverso un puntuale monitoraggio, il numero dei minori fuori famiglia, seguiti dai servizi sociali. In prima linea c’è la senatrice Isabella Rauti, eletta un anno fa nel collegio uninominale di Mantova e già firmataria di un’interrogazione parlamentare in cui viene fatto esplicito riferimento anche alle parole di Federica Anghinolfi, la dirigente dei servizi sociali dell’Unione Val d’Enza finita ai domiciliari con numerose accuse tra le quali “violenza privata e lesioni personali gravissime”, pronunciate durante il convegno organizzato a Mantova nel 2018 dal titolo “AffidarSì: uno sguardo accogliente verso l’affido Lgbt”.

➢ Onorevole Rauti, la mozione “Mai più un’altra Bibbiano” è sicuramente un passo importante a favore dei minori dati in affido per scongiurare illeciti di diversa natura. Lei che idea si è fatta di questa vicenda?
«Quanto sta drammaticamente emergendo nell’ambito dell’inchiesta Angeli e Demoni avviata dalla Procura di Reggio Emilia già dal 2018 , potrebbe essere soltanto la punta dell’iceberg. Quindi con un sommerso superiore alle evidenze già di per sé angoscianti che stiamo apprendendo. Una cosa è certa: c’è un business dietro il sistema degli affidi, ci sono stati episodi di violenze e maltrattamenti inauditi sui bambini e c’è anche il condizionamento di alcuni assistenti sociali. Per questo chiediamo alle amministrazioni di attivarsi presso gli Enti e le Istituzioni preposte affinché venga istituita la figura dell’Operatore dell’accoglienza familiare temporanea».
➢ Dall’inchiesta risultano già una trentina di indagati e l’aspetto più inquietante è costituito dal coinvolgimento di esponenti e dipendenti della Pubblica Amministrazione locale ai quali sono contestati reati di frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione e peculato d’uso.
«Un quadro complessivo drammatico che – se confermato – è assolutamente preoccupante, soprattutto se si considera che dietro questo sistema si nasconderebbe un giro illecito di migliaia di euro, oltre al fatto che i bambini sono stati vittima di maltrattamenti e abusi, anche sessuali, e che la scelta degli adulti affidatari sarebbe stata orientata a “preferire” l’affidamento dei bambini a persone e coppie omosessuali, considerati i “collegamenti stretti”, rilevati dalla Procura, tra le affidatarie (omosessuali), le operatrici e i dirigenti del servizio sociale».
➢ Non pensa che sia finalmente arrivato il momento di rivedere il sistema degli affidi dei minori in Italia?
«A livello generale, l’attuale sistema di affido presenta evidenti criticità, soprattutto tenendo conto dell’eccessiva discrezionalità attribuita ai servizi sociali, dei conflitti di interessi attribuibili a operatori del settore e la mancanza di adeguati ed efficienti strumenti di controllo sull’affidabilità dei soggetti affidatari e sugli standard qualitativi e di servizio delle comunità ospitanti. È inoltre necessario ripartire da un principio: quello di non togliere i bambini alle famiglie perché povere, ma in caso sostenerle in modo da scongiurare gli affidi. E procedere con gli affidi in presenza di gravi situazioni di disagio o di violenze .Non va mai dimenticato che parliamo di un sistema che gestisce la vita di 26.000 bambini, di cui 14.000 vengono accolti da famiglie diverse da quelle di origine e 12.000 dai servizi residenziali. In Lombardia i minori in affidamento sono 4.045. E non sono numeri ma bambini! ».
➢ La politica, o almeno parte di essa, non crede abbia le sue responsabilità?
«La politica ha perso tempo perché – per fare un esempio – benché sia stata a varata la Commissione straordinaria per il caso Forteto con la Legge 21 del marzo 2019, tale organo – che avrebbe dovuto svolgere ,come prevede l’articolo 4 della legge istitutiva , un ruolo di monitoraggio dell’intero sistema degli affidi, è stata composta in ritardo e dopo lo “scandalo di Bibbiano” e si riunirà solo il prossimo 4 settembre ».
➢ Ha invece destato scalpore che la Commissione d’inchiesta regionale chiamata a valutare le modalità con cui sono stati gestiti i servizi sociali in Emilia Romagna abbia escluso dal tavolo di lavoro il centrodestra.
«La verità è che il Pd nemmeno voleva farla. E così oltre ad affidare la presidenza al “fido” Giuseppe Boschini ha inserito come vicepresidenti un esponente dei 5 Stelle (Raffaella Sensoli) e uno di Sinistra Italia (Igor Taruffi)».
➢ Altro aspetto che ha scandalizzato l’opinione pubblica è la “resistenza” di certi media – solitamente audaci nel perseguire vicende di cui poco interessa ai cittadini – nel raccontare le atrocità compiute ai danni dei bambini.
«Ai ritardi della politica si aggiunge, e questo è l’aspetto ancora più spettrale, il silenzio politico di molti, di troppi, i quali hanno fatto prevalere su una simile tragedia non il senso di responsabilità e il buon cuore, ma l’appartenenza partitica e politica, che per loro è evidentemente più importante della coscienza e della vita dei bambini. Non fanno eccezione, purtroppo, alcuni importanti organi di stampa che anziché parlare dei fatti disgustosi di sfruttamento dell’affido familiare, preferiscono spostare l’attenzione sul “clima d’odio” che si è venuto a creare nel cuore rosso dell’Emila».

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