Percorso:

ANSA – Caos su data voto per Gregoretti, appello al regolamento Voci su colloquio Casellati-Salvini, Senato e lega smentiscono

(di Michela Suglia) (ANSA) – ROMA, 16 GEN – E’ sempre più caos sulla data del voto della giunta sul caso Gregoretti. Una situazione di stallo che ha costretto i contendenti ad appellarsi al regolamento del Senato, convocando per la mattinata la commissione ad hoc che potrebbe sbrogliare la complicata matassa.
Dopo un tira e molla fra la conferenza dei capogruppo e la presidente Casellati, finito con la fumata nera di mercoledì sera, la Giunta per le autorizzazioni prova a uscire dal labirinto in cui è finito il caso Salvini. Da un lato, la maggioranza che punta i piedi per rinviare il verdetto a dopo le regionali del 26 gennaio; dall’altro, l’opposizione che invoca il rispetto del calendario con il D-day del giorno 20.
Lo slittamento è spinto invece da Pd e M5s per non dare un’ulteriore sponda – dicono – al “Salvini-martire” nel suo tour elettorale tra Emilia-Romagna e Calabria, a pochi giorni dal voto. L’ultima bordata mai giallorossi viene da Lamezia Terme dove il leader leghista insiste: “Io non mollo mai. Se pensano di farmi paura o farmi fuori usando i tribunali, hanno trovato la persona sbagliata”.
A chiedere il ricorso a un ‘arbitro’ superiore erano stati Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. “La Giunta per il regolamento è l’unico organo titolato per interpretare quando votare”, sentenzia in Aula il capogruppo leghista Massimiliano Romeo. Il rebus da sciogliere è legato alla sospensione delle attività del Senato dal 20 al 24 gennaio: in vista della campagna elettorale, niente riunioni di commissioni né sedute in Aula. Ma lo stop vale anche per la Giunta che deve decidere sull’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno? Se sì, salterebbe la riunione del 20 e di conseguenza il voto. Ma finora nessuno è riuscito a sciogliere il groviglio. E anzi la battaglia è diventata sempre più politica, con proteste della maggioranza che ha abbandonato i lavori, richieste di ulteriori documenti per decidere e polemiche in punta di diritto. Per Isabella Rauti di FdI, “in realtà è una questione esclusivamente politica, perché nasconde la volontà di processare Salvini ma di farlo dopo le elezioni”.
E dall’Aula rilancia l’appello di Giorgia Meloni a scendere in piazza in caso di “condanna” all’alleato. Anche lei in Calabria, Meloni attacca il premier Conte sul fatto che non sapesse della decisione di bloccare lo sbarco dei 131 migranti dalla nave militare. “Ma se davvero non era d’accordo, poteva andare dal presidente Mattarella e chiedere il ritiro delle deleghe a Salvini. Cosa che non ha fatto”, osserva la leader di FdI. I toni si accendono ancora quando circola voce di un pranzo tra la Casellati e Salvini, a margine di un convegno sull’antisemitismo a Palazzo Giustiniani. Un incontro smentito categoricamente
dagli staff di Senato e Lega.
Intanto, la maggioranza incassa la disponibilità del presidente Casellati a riequilibrare la giunta per il regolamento: una disponibilità che potrebbe consentirgli di guadagnare 2 senatori. I nomi proposti sono Loredana De Petris, capogruppo del Misto e Julia Unterberger, capogruppo delle Autonomie. La maggioranza si attende l’ok della presidenza a ore. La Giunta passerebbe così dagli attuali 6 senatori a 4 per il centrodestra, a un pareggio (6 a 6). Sarebbe un punto per i giallorossi, ma non ancora dirimente per la data del voto, e su cui c’è la ferma opposizione del centrodestra. Secondo il regolamento del Senato, in caso di pareggio ‘vincono’ i voti contrari. Da qui la necessità, per entrambe le parti, di trovare un escamotage perché la Giunta del regolamento si possa esprimere sulla domanda se quella per le Autorizzazioni sia una commissione come le altre (fatto contestato peraltro dal presidente Gasparri) e quindi possa fermare i lavori nella settimana della campagna elettorale per le regionali, oppure no.
(ANSA).
SUA
16-GEN-20 21:01 NNN

Questa voce è stata pubblicata in Lanci di agenzia.