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AirPress online.it – Operazione strade sicure, l’interrogazione di Fratelli d’Italia

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“Abbiamo presentato un’interrogazione al ministro della Difesa per garantire condizioni e dotazioni adeguate alla missione”. Così Isabella Rauti, capo gruppo di Fratelli d’Italia in commissione Difesa del Senato, spiega l’interrogazione rivolata al ministro Trenta e concernente l’Operazione Strade sicure, che vede attualmente impiegati settemila militari italiani. A firmare il documento, insieme a lei, anche i senatori Fdi Alberto Balboni, Stefano Bertacco, Andrea De Bertoldi, Daniele Santanché, Antonio Iannone, Patrizio La Pietra, Ignazio La Russa, Massimo Ruspandini e Adolfo Russo.

L’OPERAZIONE

“L’operazione strade sicure ha portato ottimi risultati rivelandosi una missione valida per la prevenzione ed il contrasto alla criminalità, oltre ad essere un deterrente contro le minacce terroristiche”, spiega la senatrice. “Nell’ultimo anno – ha aggiunto – sono state impiegate circa settemila unità e ciò ha contribuito a limitare alcuni episodi di criminalità, garantendo quindi la sicurezza della popolazione. Gli arresti ammontano a circa 15.500 e sono state sequestrate circa 2 tonnellate di sostanze stupefacenti”. Di conseguenza, ha chiosato la Rauti, “l’utilità di tale operazione è innegabile”.

LE CRITICITÀ

“Tuttavia – spiega ancora la senatrice di Fratelli d’Italia – ci sono delle criticità per le condizioni di lavoro che risultano inadeguate, in termini di idoneità di alloggi, turni, equipaggiamenti, dotazioni di servizio, e in relazione alla garanzia del benessere psicofisico degli addetti ed alla corrispondenza ai compiti assegnati, nonché alle indennità retributive previste per la partecipazione”. In particolare, il riferimento è al fatto che “da dicembre 2017 ad oggi sono tre i militari, impegnati nell’operazione Strade sicure, che si sono tolti la vita e che 150 hanno ufficialmente rivelato, tramite i loro avvocati, di essere provati fisicamente e psicologicamente dalle condizioni di lavoro e talvolta dai doppi turni dovuti alla carenza di organico”, si legge nel testo dell’interrogazione.

APPROFONDIRE IL TEMA

Proprio per questo, prosegue il documento, “si ritiene necessario approfondire il tema del benessere psico-fisico del personale assegnato”, pur non essendo intenzione degli interroganti, scrivono i firmatari, “attribuire alcuna responsabilità all’organizzazione delle Forze armate”. Ad ogni modo, si chiede in particolare se “gli alloggi assegnati al personale siano idonei a garantirne il benessere psicofisico; l’equipaggiamento e le dotazioni di servizio siano adeguate ai compiti assegnati; l’articolazione dei turni di servizio rispetti il limite delle 36 ore settimanali contrattualmente previste e le indennità retributive previste per la partecipazione all’operazione in questione vengano tempestivamente corrisposte”. Poi, un ulteriore approfondimento riguarda l’equipaggiamento di cui sono dotati i militari impegnati nell’operazione: arma lunga e mezzi Lince, “mutuato – concludono gli interroganti – dall’impiego in teatro operativo e non adeguato all’impiego in contesto urbano”.

[Fonte: www.airpressonline.it]

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