Percorso:

111ª Seduta Pubblica – Discussione del disegno di legge: Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo (approvato dal Senato e dalla Camera dei deputati nella XVII legislatura, rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica in data 27 ottobre 2017, ai sensi dell’articolo 74 della Costituzione) – Relatore GRIMANI (Relazione orale)

RESOCONTO STENOGRAFICO

RAUTI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, con questo intervento annuncio il voto favorevole di Fratelli d’Italia sul disegno di legge al nostro esame.

Vorrei però entrare nel merito: il provvedimento oggi al nostro esame ha avuto – come è stato già ricordato – un iter tormentato, essendo stato approvato al Senato e alla Camera nella XVII legislatura, poi rinviato dal Presidente della Repubblica per sollevata legittimità costituzionale sull’aspetto delle sanzioni penali e oggi arriva in Aula, quindi, come una eredità della precedente legislatura.

Il titolo è efficace ed è evidentemente condivisibile: «Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo». Devo dire però – e lo faccio senza polemica, avendo già premesso che voteremo a favore – che, al di là del titolo efficace e condivisibile, l’articolato disorienta e confonde e l’avremmo voluto più lineare e focalizzato. Tuttavia, ci convince l’idea di fondo in un contesto come quello nazionale che vede la produzione di cluster proibita. E ci raccontano anche che gli esemplari esistenti sono stati distrutti. In Italia, per fortuna, le munizioni cluster, le loro sottoparti e le submunizioni non si producono più.

Voglio ricordare che il nostro Paese nel 2011 – sebbene con un leggero ritardo, è vero – ha ratificato la Convenzione di Oslo che rimane un punto di riferimento ineludibile relativo, appunto, alle munizioni cluster.

Voglio anche ricordare – e questo dà pregio al provvedimento – che alcuni Paesi – ne cito solo alcuni – come il Brasile, l’India, la Cina, la Corea del Sud e gli Stati Uniti ancora le producono e ricevono finanziamenti in larga parte privati per questo scopo.

Voglio ancora ricordare che, mentre nel 2011, appunto, l’Italia ratificava la Convenzione di Oslo – per fortuna – si svolgeva a Ginevra la Conferenza sulla revisione della convenzione sulle armi convenzionali. Nel corso di quella Conferenza, nel novembre 2011, c’è stato un tentativo surrettizio di modificare la Convenzione di Oslo, con la volontà di reintrodurre le cosiddette cluster bomb. Ricordo questo per dire che è sempre in agguato una minaccia anche a quanto è stato stabilito. Per fortuna – come già detto – l’Italia non le produce più e nessuno investe su di esse. In ogni caso, è bene contrastare ogni forma di finanziamento.

Ciò premesso, l’articolato poteva essere più lineare. Noi voteremo a favore perché il provvedimento contrasta il finanziamento e sappiamo bene che cosa sono le cluster bomb, le quali non distinguono, quando colpiscono, né civili né militari e lasciano indietro materiale inesploso, che resta pericoloso. Stiamo parlando, quindi, non del cluster romanticamente inteso come ammasso stellare, bensì, tristemente e drammaticamente, di bombe a grappolo, di munizioni a grappolo, di ordigni con submunizioni, disperse a distanza, che sono antiuomo, anticarro e di genere misto e sono definite come armi di saturazione d’area perché coprono grandi superfici.

In virtù della enorme pericolosità di questo tipo di bombe, noi voteremo a favore del provvedimento in esame, perché il Gruppo Fratelli d’Italia starà sempre sul fronte umanitario e dei diritti umani. (Applausi dal Gruppo FdI).

Resoconto stenografico della seduta n 111 del 29-04-2019 – Bozze non corrette redatte in corso di seduta
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